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Riesumazione Nadia Chiarello, trovata morta nella neve nel 1979: “Da 45 anni la famiglia aspetta la verità”

Il criminologo Edoardo Genovese sta seguendo la famiglia di Nadia Chiarello, insieme all’avvocata Chiara Parolin. La 17enne venne trovata morta nel 1979 a Chiampo in una buca nella neve vicino al suo luogo di lavoro, da dove era scomparsa 9 giorni prima. Ora, dopo 45 anni, è stata eseguita la riesumazione dei resti della ragazza. “La nuova autopsia potrebbe darci un risultato importantissimo”, spiega a Fanpage.it.
A cura di Eleonora Panseri
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La 17enne Nadia Chiarello
La 17enne Nadia Chiarello

"Il caso di Nadia Chiarello ha sempre destato forti dubbi ai familiari. E a seguito di richieste di chiarimenti hanno ricevuto al tempo tante minacce. La sorella di Nadia, Barbara, si recava a scuola scortata. Dopo la scomparsa si era parlato di bravata, con il ritrovamento del corpo però le cose sono cambiate radicalmente".

A parlare è il criminologo Edoardo Genovese che, insieme all'avvocata Chiara Parolin, sta seguendo la famiglia di Nadia Chiarello. La 17enne venne trovata morta nel 1979 a Chiampo (Vicenza) in una buca nella neve vicino al suo luogo di lavoro, da dove era scomparsa 9 giorni prima. Il 20 settembre, dopo 45 anni, è stata eseguita la riesumazione dei resti della ragazza.

"All'epoca si era pensato a due piste: l'incidente stradale per opera di un pirata della strada e l'omicidio. – ha spiegato il criminologo a Fanpage.it – Il sentimento popolare ha sempre sostenuto la seconda. Il caso invece è stato poi archiviato per omicidio colposo, propendendo per la prima, anche se il pirata della strada non è mai stato identificato".

Il dottor Edoardo Genovese, criminologo, psicologo e grafologo forense.
Il dottor Edoardo Genovese, criminologo, psicologo e grafologo forense.

Dottor Genovese, come siete arrivati alla richiesta di riesumazione?

La sorella di Nadia non è mai stata convinta dell'incidente e non si è mai arresa. Con noi di Penelope, l’Associazione delle Famiglie e degli Amici delle persone scomparse, ha trovato conforto umano e tecnico. Ci siamo subito attivati esaminando il fascicolo.

Il lavoro è stato molto complesso, perché può immaginare in che stato di deterioramento fossero le carte del tempo. Siamo partiti però da un dato che per noi era un punto fermo, l'autopsia. I corpi e le ossa parlano. Riprendendo l'esame autoptico mi sono accorto che c'erano tantissimi punti inesplorati e dati per scontati.

La cosa che sin da subito mi ha destato forti dubbi è che il cadavere, sempre sulla base degli esiti dell’esame medico legale, non presentava fratture particolari. All'epoca, tra l’altro, i veicoli erano molto più pesanti, come è possibile che non risultasse nulla del genere?

La ragazza aveva riportato solo qualche graffio, alcune ecchimosi ed una grossa lesione riscontrata sulla testa. Nell'autopsia non si faceva mai riferimento alla dinamica dell’incidente circa un possibile caricamento, trascinamento, arrotamento, a un eventuale proiezione o all’impatto, che invece andavano dimostrati. E questo è stato il primo campanello d'allarme.

Quali altri elementi avete preso in considerazione?

Altro aspetto molto importante è stato il fattore temporale. Si è sostenuto che la ragazza fosse uscita dal lavoro qualche minuto prima delle 18. Quotidianamente Nadia attraversava la strada e si faceva venire a prendere da un amico di famiglia. E il giorno della scomparsa diverse persone hanno detto di averla vista ancora viva intorno alle 18.10.

Nei verbali che abbiamo esaminato il presunto incidente sarebbe avvenuto tra le 18.05 e le 18.10, ma come è possibile che nessuno abbia assistito all'evento? Ricordiamoci che, secondo quanto asserito dagli inquirenti, il pirata della strada avrebbe investito Nadia, poi sarebbe sceso dall'auto e, dopo essersi reso conto della morte, l'avrebbe gettata nella buca di scolo dove è stata trovata, adiacente al ciglio della strada.

Tutto ciò con il rischio di essere visto su una strada che all'epoca era molto trafficata. E quanto tempo avrebbe avuto dal momento in cui Nadia è stata vista all'orario in cui è stato fatto risalire l'incidente? È un'ipotesi assolutamente fantasiosa che lascia dubbi enormi.

Per queste ragioni e per altre ancora, che in questo momento non possiamo divulgare, abbiamo chiesto la riesumazione, perché potrebbe darci queste risposte. Se dovessimo trovare i riscontri che cerchiamo, potremmo riscrivere una storia completamente diversa rispetto a quella scritta tanti anni fa.

Il corpo è stato trovato vicino alla zona dove Nadia lavorava e da dove era scomparsa 9 giorni prima. Com'è possibile?

È inverosimile che nessuno abbia visto il cadavere perché la zona era stata perlustrata palmo a palmo, sia dai familiari di Nadia che dai Carabinieri che avevano esaminato il luogo con esito negativo non solo sotto il profilo dell'ispezione, ma anche per quello relativo all'accertamento del sinistro.

In questa prima fase non erano stati trovati elementi riconducibili a un incidente, mancavano proprio i dati oggettivi. Dopo 9 giorni il cadavere era stato ritrovato casualmente da una persona che si stava recando a trovare i familiari. Com'è possibile che non sia stato notato prima? Noi sospettiamo che Nadia sia stata vittima di un omicidio, che il corpo sia stato occultato e che poi sia stato gettato nel luogo del ritrovamento.

Il corpo è stato trovato in posizione supina e in condizioni ottimali. Altro aspetto dubbio è anche che sotto i glutei della vittima era stato rinvenuto il suo maglione. Ma come può essere finito lì? Il presunto pirata della strada avrebbe dovuto avere il tempo per adagiare il corpo in quel modo.

Come si è arrivati quindi all'archiviazione per omicidio colposo?

È proprio questa la domanda perché non c'è un minimo elemento che indichi in modo oggettivo che lì ci sia stato un incidente. È solo frutto di un'ipotesi elaborata sulla base della mancanza di dati alternativi.

Non sappiamo cosa abbia spinto gli inquirenti a sostenere questa ipotesi, mancano anche i riferimenti al mezzo ipoteticamente guidato dal pirata. Non si sa se Nadia è stata investita da una macchina, un furgone o da una moto.

Il fatto che siano passati tanti anni potrebbe compromettere il risultato degli esami che volete eseguire?

Si tratta sicuramente di un'indagine complessa e delicata, non pretendiamo di trovare la verità dall’oggi al domani. Non vogliamo tuttavia lasciare intentato nulla.

Se riuscissimo a trovare elementi utili a sostegno di ciò che stiamo cercando di confermare, sarebbe già tanto. Con l'avvocata stiamo portando avanti anche le indagini ‘tradizionali', difensive, ascoltando i testimoni. Ed è difficilissimo perché oggi sono 90enni, è passato tanto tempo.

Qual è stata la reazione della famiglia quando è arrivata la notizia della riesumazione?

Non ci credevano, è stata una notizia particolarmente impattante sotto il profilo emotivo. Anche perché qualche mese prima avevamo depositato una querela per vilipendio della tomba, a seguito di una serie di atti vandalici (sulla tomba di Nadia Chiarello, ndr).

Quando siamo stati contattati dalla locale stazione dei Carabinieri, pensavamo che fosse per qualcosa inerente ad un possibile fermo di presunti responsabili del vilipendio. E invece ci hanno comunicato la notizia della convalida della riesumazione.

Era presente anche la mamma di Nadia, Iole, che non sperava più in nulla, anche se ha combattuto sempre. La famiglia chiedeva da anni la riesumazione ma all'epoca non c’era nessuno che potesse sostenere questa difesa.

C'è stato uno sfogo liberatorio, di pianto, può ben immaginare il trauma che i familiari hanno vissuto. Quarantacinque anni sono praticamente metà di una vita e sono stati anni passati nel dolore. La riesumazione rappresenta una speranza nuova di dare finalmente una verità storica, reale, a quello che è successo tempo fa.

Chi potrebbe aver avuto interesse a uccidere Nadia?

Questo non lo sappiamo. Era una ragazza tranquillissima, che viveva in una piccola realtà. Aveva cominciato da poco a lavorare come segretaria alla conceria Italia. Era molto trasparente, spontanea e naturale, la famiglia sapeva anche di sue eventuali frequentazioni.

Tutte quelle che erano emerse all'epoca erano state scandagliate, ma non era venuto fuori nulla di particolarmente significativo. Dicono di non aver mai trovato nulla, nessuna zona d'ombra nella sua vita. Però diciamo che il luogo dove è stata rinvenuta in noi desta qualche sospetto.

Quali saranno i prossimi passi?

Intanto, si procederà con il nuovo esame autoptico. Noi abbiamo nominato il dottor Antonello Cirnelli come consulente tecnico di parte che procederà, insieme al dottor Giovanni Cecchetto, incaricato dalla Procura, agli esami di rito e alle valutazioni medico legali. E poi attendiamo i risultati di questa consulenza che già potrebbe darci un risultato importantissimo.

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