Ricordate Toufik? Io l'ho rincontrato ieri, ma facciamo un passo indietro.
Toufik due anni fa salvò un turista francese gettandosi in Arno. Il turista era svenuto e sarebbe annegato, se il coraggio di Toufik non lo avesse portato a riva, salvo, preso per i capelli prima di colare a picco. Toufik si tuffò, e fu l'unico a farlo, nonostante fosse un migrante arrivato da poco in Italia. Si tuffò nonostante fosse arrivato qui da un viaggio iniziato su una carretta del mare, e perciò rischiasse di essere rimpatriato in Marocco, non appena tornato a riva. "Ma non ci ho pensato un attimo", mi disse allora "e lo rifarei". E lo rifarebbe anche oggi, mi ha raccontato ieri, se pure dopo quella storia ha avuto più fastidi che carezze.
Toufik era migrante e sopravviveva – che vivere è un'altra cosa – vendendo cianfrusaglie in centro. Selfie stick e palline antistress. Toufik l'ho rincontrato ieri e oggi è sempre un "sans papier", e sopravvive vendendo stampe dei dipinti ai turisti, quelle che se passate in via Cavour dovete fare lo slalom per non pestarle, piazzate in mezzo alla strada; come le vendono anche tanti altri ragazzi, tutti stranieri. Quei venditori che qualcuno chiama abusivi, e di fronte a cui io invece mi tolgo il cappello; quelli che poi, all'arrivo delle forze dell'ordine fuggono, con le loro stampe che volano ovunque perché raccolte troppo in fretta. E poi tornano lì – perché dove altro vuoi che vadano? – pochi minuti dopo.
Quella merce che due giorni fa il sindaco di Firenze Dario Nardella ha fatto ammucchiare in piazza della Signoria, e si è fatto le foto davanti. Merce sequestrata anche a Toufik, proprio il giorno in cui ci siamo visti. Me l'ha raccontato lui.
Un cumulo di merce triste, con un sindaco sorridente davanti, sequestrata all'ultimo anello, quello più fragile, di una catena produttiva che andrebbe colpita (perdonate se dico un'ovvietà) in altro modo. Cioè partendo dagli sfruttatori e non dagli sfruttati, anche se gli ultimi sono più scenografici e i giornali più volentieri ne pubblicano le foto.
Io quel giorno di due anni fa me lo ricordo Toufik, con un giubbottino striminzito più di lui, secco e generoso. E oggi chiuso in un cappellino rosso, gentilissimo, che mi ricorda di prendere il resto del caffè, caduto nel porta monete della macchinetta automatica dove ci siamo incontrati. Perché gli incontri più belli avvengono quasi sempre nei posti più strani.
Io quel giorno mi ricordo anche il sindaco di Firenze Dario Nardella che ringraziò – di cuore, disse allora – Toufik, per il grande coraggio che aveva mostrato. E disse: "Seguirò la vicenda del permesso di soggiorno", perché quando un uomo ne salva un altro, il permesso di soggiorno si può dare per meriti speciali. E quello di Toufik sicuramente lo era. Oggi Nardella è sempre sindaco di Firenze, e Toufik rimane fra gli ultimi della città, e senza permesso di soggiorno. Un coraggioso angelo migrante.
Toufik ieri il caffè non l'ha voluto, io volevo offrirglielo. Toufik oggi vive in una baracchina che si è tirato su con le sue mani, tecnicamente abusivo anche in questo. Toufik in questi due anni ha avuto altri problemi ancora, che però non vi sto a raccontare perché i pruriginosi mi sono sempre stati antipatici; ma sono problemi abbastanza comuni e che potete immaginare, perché se un uomo viene lasciato solo è più facile che commetta un passo falso piuttosto che sempre passi giusti. E pure gli angeli sbagliano, non si vive di soli fagioli, neanche Bud Spencer.
Toufik lo avete lasciato solo, care istituzioni, questa è la verità. Siete genuflessi con i più forti e correte appresso ai piccolissimi venditori di cose poco utili. Poi vi fate le foto di fronte alla merce sequestrata, gonfiate il petto verso i fotografi e pensate "hai visto che gli ho fatto paura?" ma è troppo facile fare paura a chi ha tutto da temere, e non ha nessuno strumento per difendersi. Più difficile è accompagnare le persone attraverso percorsi di dignità; perché ricordatevelo bene: Toufik è lì, e voi siete là, più per un caso del destino che per meriti personali. Che non saranno mai abbastanza meritati se vedete un angelo annaspare e non gli date una mano ad alzarsi.