Rezza (ISS): “Zone rosse e arancioni? Non abbiamo ancora deciso come dividere le regioni”
"Sono ore frenetiche, siamo riuniti da questa mattina e stiamo ancora lavorando". Ha cominciato così Gianni Rezza la conferenza stampa dell'istituto superiore di Sanità nel corso della quale ha fatto il punto della situazione dell'emergenza Coronavirus in Italia, snocciolando anche i dati del bollettino di oggi, mercoledì 4 novembre: sono stati 30.550 contagi, su circa 212mila tamponi effettuati, e 352 morti per Covid nelle ultime 24 ore. "Per quanto riguarda la situazione epidemiologica, siamo di fronte a una riemergenza epidemica, attesa dopo la relativa pausa estiva e dopo gli effetti del lockdown che hanno fatto diminuire la circolazione virale – ha spiegato l'esperto -. Non è poi solo una situazione italiana ma siamo stati preceduti da altri paesi europei che hanno avuto una risalita della curva dei contagi con qualche settimana di anticipo rispetto a noi".
La seconda ondata di Covid-19, per Rezza, è diversa dalla prima, per una serie di ragioni. "Le caratteristiche sono differenti: si facevano 30mila tamponi a marzo, oggi se ne fanno fra i 100 e i 200mila. Nelle ultime 24 ore ne sono stati effettuati circa 212mila. Il trend è in aumento, così come in aumento sono i posti occupati in terapia intensiva anche se la situazione al momento è ancora sotto controllo. Ci auguriamo di vedere segnali positivi nelle prossime 2 settimane in seguito alle misure introdotte con gli ultimi Dpcm". A proposito di Dpcm, che il presidente del Consiglio Conte ha firmato la scorsa notte e che avrà validità dal 5 novembre al 4 dicembre, Rezza ha affermato che "non sono ancora state decise le regioni che andranno nelle aree rossa, arancione e gialla. "Oltre all'Rt, dobbiamo considerare altri 20 indicatori, tra cui la resilienza, cioè quanto il sistema sanitario è in grado di rispondere. Ne sapremo di più nelle prossime ore". Tuttavia, ha continuato, sicuramente "le Regioni più colpite sono la Lombardia, il Piemonte e la Campania che registrano molti positivi. Sono regioni che in termini di tasso di incidenza sono piuttosto alte, più o meno al livello della Lombardia; l'incidenza è elevata anche in Veneto mentre in Lazio vediamo un leggero incremento però sembra essere abbastanza graduale. Poi ci sono regioni più piccole come l'Umbria con 500 casi circa, che in termini di incidenza sulla popolazione è piuttosto elevata" .