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Covid 19

Rezza (Iss): “Test sierologici? Non attendibili al 100%. Bisogna capire se l’immunità è permanente”

Il professor Giovanni Rezza dell’Iss, nel corso del bollettino della Protezione civile sulla diffusione del coronavirus in Italia, ha parlato dei test sierologici: “Non servono a fare diagnosi di infezione in atto, per quello servono i tamponi. I test sierologici mettono in evidenza gli anticorpi, che aiutano a capire se una persona è stata esposta al virus. Per quanto riguarda questi test bisogna dire che fino ad ora le caratteristiche non sono state soddisfacenti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Giovanni Rezza
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Il capo del dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli ha letto in conferenza stampa il bollettino quotidiano sui contagi di coronavirus in Italia: "Si conferma la diminuzione del trend di crescita dei contagiati, si registra oggi l'incremento dei casi più basso dal 10 marzo scorso". Complessivamente 135.586 persone in Italia sono risultate positive al coronavirus finora. Attualmente sono 94.067 le persone positive, con un incremento di 880 rispetto a ieri quando l'aumento era stato di 1.941 unità.  Sono invece 24.392 le persone guarite, con un aumento di 1.555 unità rispetto a ieri. I deceduti sono 17.127, 604 in più rispetto al dato complessivo alla data di ieri, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l'Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. I ricoverati con sintomi sono 28.718, in terapia intensiva 3.792, in isolamento domiciliare 61.557. I tamponi effettuati in totale sono 755.445.

"Finalmente si continua a vedere una discesa nel numero di nuovi casi, la situazione sembra migliorare. Naturalmente dovremo aspettare i prossimi giorni, questo non si significa ‘tana libera tutti' La trasmissione, il parametro R sta diminuendo. Ma questo virus, è bene ricordarlo, rimarrà tra la popolazione", ha detto il professor Giovanni Rezza dell'Istituto superiore di Sanità.

"I test sierologici? Su questo c'è un gruppo di lavoro del Cts di cui fa parte anche l'istituto S. Matteo di Pavia. Non servono a fare diagnosi di infezione in atto, per quello servono i tamponi. I test sierologici mettono in evidenza gli anticorpi, che aiutano a capire se una persona è stata esposta al virus. Per quanto riguarda questi test bisogna dire che fino ad ora le caratteristiche non sono state soddisfacenti. La sensibilità non era al 100% e si sta valutando. Sono utilissimi, servono però a fare un primo screening", ha spiegato Rezza.

Ma chi ha sviluppato questi anticorpi potrà uscire di casa? "Un test sierologico potrebbe essere anche un falso positivo. Se facessi un test anticorpale sarei contento, però non mi avvicinerei a qualcuno a più di un metro perché mi resterebbe un dubbio, visto che le caratteristiche del test non sono così sviluppate da avere certezza.Poi sull'immunità bisogna capire se questa è permanente o no. Non abbiamo sufficiente follow-up per dirlo", ha detto Rezza.

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