Resti in Vaticano, i primi esami rivelano: sono ossa di donna
Apparterrebbe a una donna lo scheletro trovato insieme ad altri resti umani in un locale attiguo alla sede della Nunziatura Apostolica italiana, a Roma. Le ossa del bacino avrebbero una forma inequivocabilmente femminile. È quanto emerge dei primi esiti degli esami sulle ossa rinvenute il 30 ottobre in un edificio in corso di ristrutturazione in via Po. Null'altro di certo, al momento, riguardo al macabro ritrovamento che ha portato nuovamente alla ribalta delle cronache i casi di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, le quindicenni scomparse da Roma nell'estate del 1983. Se i resti venuti alla luce nel locale al civico 27 – e appartenenti verosimilmente a due persone -dovessero appartenere proprio a una delle due ragazze, entrambi i casi potrebbero essere riaperti. Al momento, tuttavia, questa resta solo un'ipotesi nel ventaglio delle possibilità.
Luogo del ritrovamento noto a una delle due famiglie
Le indagini sono state affidate dalle autorità vaticane alla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio. Nessuna notifica ufficiale alle famiglie delle ragazze, che si riservano di esprimersi quando avranno maggiori informazioni circa il ritrovamento. "Restiamo coi piedi per terra, ha detto a Fanpage.it, Antonietta Gregori, la sorella di Mirella, pur ammettendo che "il luogo del ritrovamento è vicinissimo a quella che al tempo era la nostra casa", ma non solo. "Io e Mirella da ragazzine andavamo sempre in quella zona a vedere i film che trasmetteva il cinema di Santa Teresa D'Avila".