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Resta incinta e non le rinnovano il contratto: “Mi hanno chiesto se ero sicura di voler tenere il bimbo”

A Fanpage.it Francesca (nome di fantasia, ndr), 29enne calabrese, ha raccontato di aver visto sfumare il rinnovo di un contratto a tempo determinato dopo aver detto al suo datore di lavoro di essere incinta. “Nonostante tutti mi consigliassero di non dirlo, io volevo essere corretta – ha spiegato – Mi hanno detto che non potevano rinnovarmi e mi hanno pure chiesto se volessi davvero tenere il bambino”.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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"Ho fatto il colloquio per un posto in questa azienda che aveva bisogno di qualcuno per il periodo di Natale. Mi hanno richiamata subito, nel giro di meno una settimana, dicendo che ero stata scelta e che erano felicissimi di come era andato il colloquio. Ho accettato subito il lavoro perché la paga e gli orari erano buoni, ma non sapevo di essere incinta".

Inizia così la storia di Francesca (nome di fantasia, ndr), 29enne calabrese che a Fanpage.it ha raccontato di aver visto sfumare il rinnovo di un contratto a tempo determinato dopo aver detto al suo datore di lavoro di essere incinta.

"Ho iniziato a lavorare già a metà novembre per arrivare a Natale preparata, visto che in quel periodo la mole di lavoro sarebbe aumentata. Nel giro di due settimane scopro di aspettare un bambino. – ha aggiunto la giovane – E, nonostante tutti mi consigliassero di non dirlo, io volevo essere corretta".

Una mattina, come ha ricordato ancora Francesca, la 29enne si è sentita poco bene e ne ha approfittato per dare la notizia ai suoi superiori che pochi giorni prima le avevano detto che "erano molto contenti di come lavoravo, che avevo appreso subito il metodo e che volevano tenermi anche dopo Natale".

Tuttavia, subito dopo aver detto alla direzione che era incinta, l'atteggiamento nei suoi confronti è radicalmente cambiato. "Mi hanno detto: ‘No, guarda, allora non ti possiamo rinnovare'. Mi hanno pure chiesto se volessi davvero tenere il bambino. A quel punto mi sono innervosita e ho risposto che era una domanda che non dovevano proprio farmi", ha detto Francesca.

"Dopodiché ogni giorno hanno cominciato a farmi pesare questa cosa, – aggiunge – dicendo che era un peccato che fossi incinta, che se non lo fossi stata mi avrebbero tenuta. Nonostante io avessi detto loro che le visite erano andate benissimo e che avrei potuto lavorare fino al settimo mese, non era un impiego usurante".

Quello di Francesca, purtroppo, non è il solo episodio avvenuto in Italia. Altre donne hanno raccontato storie simili alla sua. "Anche alcune mie amiche che vivono in altre Regioni d'Italia mi hanno raccontato esperienze simili. Quando una donna dice ai datori di lavoro che avrà dei figli, sembra che scatti subito qualcosa che automaticamente la ‘declassa'", osserve.

"Adesso in casa sto avendo dei problemi perché lavora solo il mio compagno. E in una situazione del genere a volte a fine mese a volte si è costretti a scegliere se mangiare o pagare le bollette", ha spiegato la 29enne che da un mese è alla ricerca di un nuovo impiego.

"Ho provato a mandare dei curriculum per ruoli in linea con la mia esperienza e, non voglio essere presuntuosa, mi chiamano sempre, dato che lavoro da 10 anni. Ma quando dico che sono incinta mi rispondono: ‘Va bene, le faremo sapere, ci risentiamo'. E poi non mi fanno sapere niente".

"È da fine dicembre che sono in questa situazione e sono disposta a fare qualsiasi lavoro, mi adatto facilmente e non vado in cerca di qualcosa d'impossibile perché non posso stare senza lavoro".

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