Reporters sans frontières: “Migliora la libertà di stampa in Italia”
E' stato diramato da Reporters sans frontières l'annuale dossier sulla libertà di stampa in tutto il mondo e, a sorpresa, l'Italia ha recuperato ben 9 posizioni in classifica rispetto al 2013 piazzandosi al 49esimo posto su 180 paesi. Secondo l'organizzazione, nell'Europa Meridionale "l’unica evoluzione positiva si verifica in Italia, che è finalmente uscita da una spirale negativa e sta preparando una legge incoraggiante per depenalizzare la diffamazione a mezzo stampa". Quello di Reporte sans frontieres è riconoscimento importante a arriva a un anno di distanza dalla dura critica al nostro paese. Il rapporto spiegava che “la cattiva legislazione osservata nel 2011 è proseguita, la diffamazione deve ancora essere depenalizzata e le istituzioni ripropongono pericolosamente leggi bavaglio". A onor del vero va sottolineato come l'iter legislativo sul ddl diffamazione non abbia ancora concluso il suo corso.
In Europa, secondo RSF, Finlandia, paesi Bassi e Norvegia continuano a farla da padroni. Stupisce il peggioreamento in classifica degli Stati Uniti (meno 13 posizioni) soprattutto a causa della condanna a Manning, il militare che per primo sollevò il caso Wikileaks. La Siria, paese tra i più pericolosi del mondo per i giornalisti, rimane tra gli ultimi subito prima di Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea. La Francia scende di una posizione (39esimo posto), soprattutto per la sentenza che ha imposto a Le Pointe Mediapart di ritirare dai loro rispettivi siti internet le registrazioni sull’affaire Bettencourt. “Una grave violazione della libertà di stampa – denuncia Rsf – che nega ai cittadini il diritto di essere informati su questioni di interesse generale”. Molto male la Grecia, “colpita dalla crisi economica e dall’emergere della febbre populista”, che perde 14 posizioni, scivolando al 99/esimo posto.