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Renato Vallanzasca condannato a 10 mesi di carcere per il furto di 2 mutande

L’episodio era già costato la revoca della semilibertà all’ex criminale. Ora rischia di non ottenere più benefici durante la detenzione. In aula ha detto che indossa “mutande Versace e non roba da 3 euro”
A cura di Biagio Chiariello
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Due mutande (e altri oggetti di scarso valore). Questo il motivo per cui Renato Vallanzasca, uno dei banditi più famoso dell’Italia del Dopoguerra, è stato condannato a 10 mesi di reclusione e a 300 euro di multa dal tribunale di Milano Il giudice monocratico, Ilaria Simi De Burgis, lo ha riconosciuto colpevole del reato di tentata rapina impropria fissando per l'ex boss della mala milanese degli anni '70 e '80 una pena superiore alla richiesta della pubblica accusa, che aveva sollecitato una condanna di 8 mesi. “Io non sono uno che crede ai complotti, ma certo quello che mi è accaduto è strano”, ha detto il bel Renè durante l’interrogatorio in aula prima del verdetto. Secondo Vallanzasca questa vicenda potrebbe infatti essere in qualche modo collegata alle sue rivelazioni nel caso Pantani, nello specifico in merito al presunto complotto ordito ai danni del ‘Pirata’ per escluderlo dal Giro d'Italia nel '99 con l'alterazione delle analisi del sangue. L’ex criminale, infatti, aveva affermato di aver conosciuto un camorrista quando era detenuto al carcere di Opera, che gli aveva suggerito di non puntare sul ciclista perché sarebbe stato escluso dal Giro. Vallanzasca è apparso piuttosto innervosito, specialmente per la testimonianza resa dal direttore del supermercato, e poi si è fatto interrogare, sostenendo che lui indossa “solo mutande Versace e non mutande da 3 euro”.

I fatti che hanno portato alla condanna di Vallanzasca

La vicenda che ha portato alla condanna di Vallanzasca è avvenuto nella serata del 13 giugno ed era costata al 64enne, condannato all'ergastolo, la revoca della semilibertà. L’ex criminale era stato sorpreso da un vigilante mentre rompeva alcune confezioni di boxer nel reparto dell'intimo del supermercato, occultandoli in una borsa. Alla cassa, gli era stato fatto poi notare di essere stato poi colto in fallo e lui in tutta risposta aveva esclamato: “E allora?". Solo con l'arrivo dei carabinieri, chiamati dal personale del negozio, Vallanzasca aveva mostrato cosa aveva nella borrsa: oltre alle mutande, anche  cesoie e concime. Ora rischia di non ottenere più benefici durante la detenzione.

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