Reintegro Tateo, la sorella di Sara Pedri a Fanpage.it: “Notizia inaspettata, ma noi andremo avanti”
"La notizia è arrivata imprevista perché la nostra famiglia non si è mai interessata alla questione del licenziamento del dottor Tateo, di tutto questo non ho mai avuto notizie nemmeno dagli stessi dipendenti dell'ospedale. Il 24 novembre ci sarà la prima udienza preliminare dopo un anno di incidente probatorio. Andremo avanti, non ci fermeremo".
Emanuela Pedri, raggiunta da Fanpage.it, ha commentato così l'annuncio del reintegro nella sua posizione di primario del dottor Saveiro Tateo. Per la sorella di Sara Pedri, la ginecologa scomparsa il 4 marzo 2021, la notizia è stata "una doccia fredda un po' per tutti" e, aggiunge, le ha subito fatto pensare "a quello che potevano sentire o provare le 20 parti offese ancora vive, rispetto a Sara, che si stanno difendendo" nel processo che inizierà a breve.
"A loro è andato il mio primo pensiero", ha detto la donna che da 2 anni e mezzo continua a chiedere giustizia per la sorella. "Sara oggi non c'è, non si può difendere da sola, e la difendiamo noi. Ma ora quello che è importante è tutelare e proteggere anche le altre persone che hanno avuto il coraggio di parlare, una notizia così non può distruggere tutto".
Una notizia che, spiega Emanuela, va assolutamente ridimensionata. "Il giudice del lavoro non si è pronunciato sul comportamento di Tateo ma sulla base del diritto del lavoro e delle tempistiche con cui il licenziamento è avvenuto. Tutto ciò non ha nulla a che fare con l'indagine della Procura, ci tengo a precisarlo: oggi sia Saverio Tateo che Liliana Mereu restano indagati per maltrattamenti".
"Le due cose vanno distinte perché una notizia come questa può fare un grave danno, non tanto a Sara, ma alle 20 parti offese che potrebbero far parte dell'eventuale processo pensale. Si rischia di andare a creare delusione, indebolimento e arrendevolezza, le persone hanno paura di ritorsioni, di perdere il posto di lavoro perché probabilmente questa paura è stata alimentata per anni", aggiunge.
Emanuela ha poi ripercorso gli ultimi momenti con la sorella e i quasi tre anni trascorsi dalla sua scomparsa della sorella. "Sara era caduta in depressione, ha avuto in pochi mesi un forte burnout. Come familiari purtroppo l'abbiamo avuta a casa. E dico ‘purtroppo' perché vederla così ci ha fatto sentire impotenti perché Sara è sempre stata il contrario della depressione".
"Quello che abbiamo potuto fare è stato solo cercare di capire cos'era successo a Sara, che oggi risulta ancora persona scomparsa. Per questo siamo inizialmente andati a "Chi L'ha Visto?". In questi anni quello che ho tentato di far capire alle persone è che facciamo parte tutti di uno stesso sistema, che non dobbiamo curarci solo del nostro orticello. Oggi le donne che si sono salvate e quelle che si salveranno lo devono anche a Sara. Questo bisogna ricordarselo".