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Covid 19

Reinfezioni covid, perché in autunno potrebbe esserci una nuova ondata di contagi

Nel mondo si stanno diffondendo nuove sottovarianti, le cosiddette Omicron 4 e 5, e i primi dati indicano che possono contagiare anche chi è appena guarito.
A cura di Antonio Palma
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In Italia la percentuale delle reinfezioni covid è salita molto ed è tutt’ora molto elevata dopo il diffondersi della variante Omicron. Un campanello di allarme da non sottovalutare, anche se le ospedalizzazioni sono ormai sotto controllo, perché nel mondo si stanno diffondendo nuove sottovarianti, le cosiddette Omicron 4 e 5, che si stanno confermando come ancora più contagiose soppiantando in molti Paesi la Omicron come variante predominante. Secondo gli ultimi dati dell’Iss, la percentuale di reinfezioni Covid sul totale dei casi segnalati nell’ultima settimana è stata pari al 5%, in aumento rispetto al 4,5% della settimana precedente che conferma il trend in crescita. “La percentuale di reinfezioni è sempre abbastanza elevata, al 5%, una costante che vediamo dall'inizio della circolazione della variante Omicron. Fortunatamente questo dato non si associa a un aumento dei ricoveri in aria medica e nelle intensive” ha spiegato la direttrice del dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, Anna Teresa Palamara.

Come varianti in Italia ormai parliamo solo di variante omicron che ha scalzato tutte le altre ma si iniziano a vedere chiaramente anche i numerosi sotto lignaggi. “Il sottolignaggio  Ba1 di Omicron è in costante diminuzione mentre guadagna terreno la variante Ba2 che è diventata nettamente prevalente” ha spiegato Palamara, rivelando che “in qualche regione cominciamo ad osservare la variante Ba4 e osserviamo anche possibili casi di ricombinanti Omicron-Omicron”. L’Iss sta tendendo sotto controllo gli sviluppi di queste varianti anche in Italia anche se al momento non ci sono particolari indicazioni visto che comunque i casi di contagio diminuiscono.

Anche se tutti gli esperti sono concordi nel ritenere il rischio imminente molto scarso vista la stagione estiva, si teme però per l’autunno prossimo quando le nuove sottovarianti potrebbero diventare predominanti ed essere all’origine di una nuova impennata di casi come sta accadendo ora in Sud Africa. Al momento i primi dati indicano che Omicron 4 e 5 può contagiare anche chi è appena guarito dalle varianti Omicron precedenti. La crescita delle reinfezioni "può sembrare marginale in questa fase, ma prova che la pandemia non è finita e che dopo l'estate potrebbe tornare preoccupante" ha spiegato a La Stampa, Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia dell'Universita' Statale e direttore sanitario dell'Ospedale Galeazzi di Milano. Della stessa idea anche Guido Rasi, ex direttore dell'Agenzia europea per i medicinali. “Il pericolo è reale. Gli studi condotti in Sudafrica indicano che le due sub varianti un vantaggio competitivo lo hanno e, se sono più contagiose, nel giro di qualche settimana arrivano. L'estate potrebbe rallentarne la marcia, ma poi potremmo ritrovarci ad affrontare il terzo autunno problematico dell'era pandemica”.

Il rischio attuale "è la perdita di percezione dei rischi. In questo clima, presintomatici, asintomatici e paucisintomatici senza protezioni adeguate saranno i cavalli di Troia con cui il Sars-Cov-2 porterà avanti l'infezione" sostiene Pregliasco ricordando che “Troppe nuove varianti prendono piede e nel medio periodo questo potrebbe avere conseguenze sull’immunità di comunità conquistata grazie a vaccinati e guariti” quindi "la quarta dose in questo quadro diventa fondamentale per gli anziani e in prospettiva per tutti".

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