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Reina progettava da tempo l’omicidio di Marisa Leo: aveva noleggiato l’auto e l’aveva fatta pedinare

Angelo Reina progettava da tempo di uccidere la sua ex compagna Marisa Leo. È quanto emerge dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Trapani. Il titolare di un’agenzia di noleggio auto ha fornito informazioni agli investigatori.
A cura di Susanna Picone
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Angelo Reina progettava da tempo di uccidere Marisa Leo, sua ex compagna e madre di sua figlia. È quanto emerge dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Trapani, che indaga sul femminicidio-suicidio del 6 settembre scorso nei pressi di Marsala, in Sicilia. Nelle ultime settimane, l’imprenditore 42enne aveva noleggiato un'auto e a bordo i poliziotti hanno trovato altri proiettili della stessa arma che è stata utilizzata per uccidere la donna. È stato lo stesso titolare dell'agenzia di noleggio a presentarsi davanti gli investigatori per fornire informazioni e parlare dell’auto che aveva chiesto l’omicida.

Non solo: come confermato anche da Lorenzo Marchese, il legale e amico di Marisa Leo, Reina aveva anche fatto pedinare l'ex compagna con un investigatore privato. "Nella denuncia lei narrava una serie di episodi di pedinamenti, telefonate continue e appostamenti, anche al bar, fino a un episodio avvenuto lungo la statale da Mazara a Salemi quando lui l'affiancò e la costrinse a fermarsi", ha raccontato ieri l’avvocato.

Oggi sarà eseguita a Marsala l'autopsia sul corpo della giovane manager di Salemi. Marisa Leo è stata raggiunta da almeno due colpi di fucile, forse tre, ma maggiori dettagli arriveranno dopo l’esame autoptico. Nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia anche sul corpo di Reina, che dopo il femminicidio si è tolto la vita. Con l'auto il 42enne ha raggiunto il viadotto dell’autostrada all'ingresso di Castellammare del Golfo e si è tolto la vita con lo stesso fucile usato per la ex. L’uomo si è messo in bilico sul ponte e si è sparato lasciandosi cadere dal viadotto.

Intanto proseguono le indagini guidate dalla Procura di Marsala. Ieri sono stati ascoltati a lungo il fratello e la madre della vittima: entrambi avrebbero confermato le paure di Marisa nei confronti del padre della loro bambina.

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