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Registra le conversazioni della moglie con l’amante: marito condannato a quattro mesi di reclusione

L’imputato è un quarantenne che vive nella zona di Conegliano: cercava le prove della relazione extraconiugale con un apparecchio sotto il sedile dell’auto. L’uomo si era difeso: “Mia moglie progettava di nascondere della droga tra i miei effetti personali, volevo dimostrarlo”.
A cura di Biagio Chiariello
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Un quarantenne della zona di Conegliano Veneto è stato condannato a quattro mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per interferenza illecita nella vita privata. Stando a quanto ricostruito, aveva posizionato un registratore sotto un sedile dell’auto della moglie e averne di nascosto registrate le conversazioni in auto col presunto amante.

Secondo quanto sostenuto dalla difesa, l'uomo aveva agito in questo modo perché, in fase di separazione, la moglie 35enne avrebbe messo in atto una campagna diffamatoria nei suoi confronti raccontando a vicini e parenti che il coniuge faceva uso di droga ed era solito frequentare prostitute.

I fatti risalgono all’agosto del 2018 in un periodo in cui i rapporti della coppia erano ormai ai minimi termini. Lui sospettava che la donna avesse una relazione extraconiugale. Da qui l'idea di registrare le sue conversazioni quando era in macchina.

Nel corso dell’udienza sono stati sentiti alcuni vicini di casa della coppia. Tra questi anche una donna che viveva nel condominio dove all’epoca abitava la coppia: "Ad agosto del 2018 – ha raccontato la donna in aula – vidi il mio vicino che abitava sopra di me andare via in auto assieme a sua madre e a un figlio. Seppi che se n’era andato per una settimana in vacanza, lasciando la moglie con un altro figlio più piccolo a casa. Quella sera stessa vidi un altro uomo arrivare in auto".

"Disse di essere il cugino della donna e di essere andato lì per proteggerla in quanto il marito la picchiava quotidianamente e altre brutte cose come quelle che si drogava e andava a prostitute. Io però non gli credetti perché nel nostro condominio appena si sente anche il minimo rumore. Se vi fossero state liti o violenze lo si sarebbe sicuramente sentito".

In realtà il "cugino" altri non era che quello che sarebbe diventato poi il suo nuovo compagno. Lo ha confermato la stessa donna, parte offesa nel processo, sentita in un’aula del tribunale di Treviso.

A processo è emerso anche che i due avevano progettato di nascondere della droga tra gli effetti personali del 40enne, in modo tale da avere un giudizio più favorevole del giudice durante la separazione. Così nel timore di non poter più vedere i tre figli piccoli, il 40enne avrebbe deciso di piazzare il registratore nell’auto della moglie anche e soprattutto con l'obiettivo di provare che stavano organizzando quella campagna diffamatoria contro di lui.

Giustificazione che però non hanno evitato al 40enne una sentenza di condanna, anche se minima.

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