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Reggio Emilia, finisce in carcere per 4 giorni per uno scambio di persona

Gaetano Oppido, imprenditore di 40 anni originario di Crotone, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione Aemilia. Tutto per un caso di omonimia.
A cura di S. P.
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Un errore dovuto a un caso di omonimia che ha portato a uno scambio di persona e ha costretto un uomo a trascorrere quattro giorni in carcere al posto di un boss della ‘ndrangheta. È successo nell’ambito dell’operazione “Aemilia”, che nella notte tra il 27 e il 28 gennaio ha portato in carcere 160 indagati. A finire in cella per uno scambio di persona è Gaetano Oppido, 40enne originario di Crotone, e titolare della nota azienda reggiana “Impresa Costruzioni Oppido s.r.l.”. Oppido è stato arrestato nel cuore della notte dai Carabinieri in esecuzione dell’ordinanza del Tribunale di Bologna. Al suo omonimo venivano addebitate l’affiliazione alla cupola reggiana, con la contestazione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e alcune condotte estorsive.

E ora viene valutata la richiesta di risarcimento – Il malcapitato è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia nel carcere di Prato lo scorso 30 gennaio e qui sono stati sollevati i primi sospetti dell’equivoco: assistito dai suoi legali l’imprenditore ha esposto la sua innocenza e gli avvocati hanno trovato i riscontri necessari per ottenere, nel più breve tempo possibile, la sua liberazione. Il primo febbraio il 40enne è tornato finalmente a casa. Ora i suoi avvocati stanno valutando la richiesta di un risarcimento adeguato per i danni tutti, morali e patrimoniali, subiti in merito all’assurda vicenda.

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