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Reggio Calabria, ma come si fa a dar fuoco a un asilo?

A Santa Venere, frazione di Reggio Calabria, un asilo va a fuoco nella notte rimanendone distrutto. Gli inquirenti non si sbottonano ma è la terza struttura educativa gravemente danneggiata in pochi mesi. E che sia mafia o no poco importa: la vigliaccheria di chi brucia il futuro è un allarme da affrontare duramente e subito.
A cura di Giulio Cavalli
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Santa Venere, frazione di Reggio Calabria: durante la notte qualcuno si infila nell'asilo appena terminato e decidono di applicare le fiamme. L'incendio in breve tempo si ingrossa e alla fine gran parte dei locali vanno distrutti. A giorni ci sarebbe stata l'inaugurazione della struttura e la consegna alla città.

Non è un episodio isolato: nei mesi scorsi sono andati a fuoco le strutture educative di Gebbione e di Archi. La serialità dei danneggiamenti insinua seri dubbi sul fatto che si possa semplicemente trattare di una ragazzata: il presidente della Commissione Regionale Antimafia calabrese, Arturo Bova, ha dichiarato che «colpire però in maniera così proditoria e reiterata strutture educative tanto delicate è indice di un malessere da parte della forze criminali e di chi le sostiene che non vogliono permettere alla Città di Reggio Calabria di seguire un percorso nuovo e più sereno». Netta la dichiarazione del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà che sulla sua pagina facebook scrive: «Vigliacchi, fatevene una ragione: continuerete a bruciare, noi continueremo a ricostruire».

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La comunità assiste sgomenta: se davvero non si tratta di semplici vandali chi potrebbe avere interesse a colpire i servizi dedicati ai più piccoli? Qualcuno dice che la ‘Ndrangheta non si abbasserebbe mai a fare una cosa del genere ma lo dice sottovoce con la paura di finire quasi per legittimarla. «L’incendio che ha distrutto in buona parte l’asilo in località Santa Venere – ha dichiarato ilo garante per l'infanzia della Regione Calabria Antonio Marziale –  proprio quando, dopo il completamento dei lavori di restauro, la struttura doveva essere inaugurata, rappresenta l’ennesimo atto di fronte al quale le parole e l’indignazione non possono più bastare».

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Insomma nessuno si concede il rischio di dirlo apertamente ma il dubbio è davvero che esista un fine disegno criminale che voglia mandare un chiaro messaggio a qualcuno. E qui si arriva il punto: nonostante la retorica falsa la storia ci insegna che non ci sono scrupoli se le mafie hanno deciso di portare a termine un loro piano d'azione. Forse davvero l'asilo di Reggio potrebbe essere l'occasione per farsi scuola e svestire una volta per tutte il mito (falso) di una qualsiasi forma di "rispetto" garantito dai criminali. Chi impugna la tanica di benzina per dare fuoco a sedie poco più alte di una spanna, agli armadietti pronti ad accogliere gli asciugamani e i calzini antiscivolo, chi decide di dare fuoco alla stanza dei giochi è truppe, vigliacco e cagasotto. Fare i forti con i deboli è il giochetto infame di chi prova con la prepotenza a nascondere la propria inettitudine. Gente senza dignità, feccia maleodorante in una comunità che da tempo cerca di rialzare la testa.

Non importa che siano mafiosi: appicare un incendio in un posto per bambini definisce una criminalità che va condannata con forza, qualsiasi sia l'estrazione culturale del gesto. Diceva Gesualdo Bufalino che la mafia si sconfigge con un esercito di maestre di scuole elementari, per questo l'asilo di Santa Venere ora diventa un simbolo a cui dobbiamo affezionarci subito. Perché bisognerà sapere rispondere e avere una buona storia da raccontare a quei bambini che ci chiedono perché devono aspettare ancora.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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