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Reggio Calabria, arrestato sacerdote: sesso con minori per venti euro

Il religioso è accusato di prostituzione minorile, sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico e adescamento di minorenni. Gli incontri venivano pianificati via chat.
A cura di C. T.
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Questa mattina gli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria hanno arrestato un sacerdote di 44 anni originario della Piana di Gioia Tauro con l'accusa di prostituzione minorile, sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico e adescamento di minorenni. Secondo le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, il religioso adescava sul web minorenni, con cui poi aveva poi rapporti sessuali che pagava con la somma di venti euro.

Le indagini sono iniziate qualche mese fa. Lo scorso marzo alcuni agenti avevano sorpreso un minorenne a bordo dell'auto del sacerdote, appartati in un luogo poco frequentato. Fermato dai poliziotti, il ragazzino aveva raccontato di aver conosciuto l'uomo su una chat per omosessuali, Grinder, grazie alla quale si erano scambiati messaggi e immagini. Il sacerdote, però, non aveva rivelato la sua identità: si era presentato al minorenne sotto falso nome e aveva detto di essere un ricercatore scientifico della Piana di Gioia Tauro di 35-38 anni. I due si erano scambiati i numeri di telefono, e tramite Whatsapp, si erano messi d'accordo per vedersi successivamente.

Durante l'incontro, il sacerdote ha consumato con il minore un rapporto sessuale in macchina poco prima del controllo degli agenti, pagato – secondo quanto raccontato dal ragazzino ai magistrati della procura della Repubblica di Reggio Calabria – con la somma di venti euro. A quel punto sono scattate le indagini della polizia, che hanno accertato che l'uomo era in realtà un sacerdote di una parrocchia della Piana di Gioia Tauro. A conferma del racconto del minorenne, anche numerose intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dalla polizia e tracce di svariate chat e messaggi con richieste di incontri sessuali emerse dalle perquisizioni. Dalle indagini è poi emerso che religioso si attribuiva spesso falsi nomi e diceva di svolgere professioni diverse da quella effettiva, così come era accaduto nel caso del ragazzino. Il prete, infine, è stato trovato in possesso di materiale pedopornografico che aveva acquisito chattando su Grinder.

Al sacerdote è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Calabria che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica. Il religioso è stato rintracciato nella canonica della parrocchia.

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