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Regala a cliente 21 centesimi di gamberetti: Coop licenzia commessa ma giudice ordina reintegro

Una commessa addetta al reparto pescheria di un supermercato Coop di Firenze venne licenziata due anni fa per aver dato a un cliente due gamberetti – del valore di 21 centesimi – senza farglieli pagare: la donna ha fatto causa all’azienda ed ha avuto la meglio. Il giudice infatti l’ha reintegrata.
A cura di Davide Falcioni
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Una commessa addetta al reparto pescheria di un supermercato di Firenze venne licenziata due anni fa per aver dato a un cliente due gamberetti – del valore di 21 centesimi – senza farglieli pagare, essendo stati chiesti per effettuare un ‘test allergico'. Ora, dopo una causa, il tribunale del lavoro di Firenze ha deciso il reintegro della dipendente nel posto di lavoro e condannato Unicoop a pagarle 12 mensilità, oltre alle spese legali e alla rivalutazione ed interessi. A rendere noto il caso, che imbarazza non poco il colosso della grande distribuzione, è stato il sindacato Usb.

In una nota l'Unione Sindacale di Base ha spiegato che, dopo che il cliente fece richiesta di due gamberetti per prove allergiche, la lavoratrice li chiuse in una busta scrivendoci sopra a penna ‘per test allergico', senza prezzare la merce. Secondo il sindacato "lo aveva già fatto in passato su ordine della vecchia capo reparto", peraltro "la bilancia quasi non rileva il peso" dei gamberetti e su questo "sarà poi fatta successivamente una prova".

Della sottrazione di due gamberetti venne ben presto a conoscenza la dirigenza del supermercato Coop di via Carlo Del Prete e "la lavoratrice venne messa in croce, fino ad arrivare al licenziamento che verrà comunicato alla dipendente, la vigilia di Natale del 2019". La commessa rimase a casa senza lavoro, sola con due figlie piccole, tra l'incredulità di molti colleghi che la invitarono a impugnare il licenziamento rivolgendosi all'USB. Dopo il processo il giudice Vincenzo Nuvoli ha ordinato alla Unicoop il reintegro della lavoratrice. Usb ha sottolineato che la decisione del giudice rende "dignità e rispetto" alla donna, "dignità per le proprie figlie e per se stessa", facendo anche notare che il giudice è stato lo stesso che a suo tempo "aveva condannato Unicoop Firenze per il nuovo regolamento aziendale inerente alla procedura di vestizione e svestizione il ‘tempo tuta'" riguardo a dover considerare il conteggio temporale necessario per questa operazione nell'orario del turno di lavoro.

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