Reddito di cittadinanza, ripartono le domande: dopo lo stop, si può di nuovo inviare le richiesta
Presentare la domanda per richiedere il reddito di cittadinanza è di nuovo possibile. Finito lo stop dovuto a due motivi: da una parte tecnici (la mancanza dei nuovi moduli), dall’altra il classico stop che avviene sempre tra la fine del mese e l’inizio di quello successivo. Le domande, infatti, ripartono sempre il 6 del mese, almeno quelle da presentare alle Poste. Oggi, quindi, i potenziali beneficiari potranno di nuovo inviare la loro richiesta attraverso gli uffici postali. E anche online e ai Caf. A confermarlo è anche il sito del reddito di cittadinanza, dove è scomparsa la dicitura – presente fino a ieri in testa alla home – in cui si spiegava dello stop temporaneo alle domande.
Nel frattempo, non solo si è arrivati alla data del 6 aprile prevista per la ripartenza delle domande, ma si è anche posto rimedio alla mancanza dei nuovi moduli. Lo stop per le domande online e alle Poste, infatti, era dovuto ai tempi tecnici per aggiornare i moduli da compilare per inviare la richiesta. Aggiornamenti necessari dopo le modifiche apportate in Parlamento, con la sua approvazione definitiva, al decretone riguardante reddito di cittadinanza e quota 100. I moduli cambiano soprattutto per le famiglie con disabili e per i cittadini extracomunitari. Ma lo stop tecnico è durato ben poco: l’Inps ha predisposto subito i nuovi moduli con tutti i cambiamenti apportati.
Reddito di cittadinanza, esito richieste a metà aprile
L’istituto di previdenza ha inoltre fatto sapere a Fanpage.it che l’esito delle domande arriverà in anticipo, già a metà aprile. I richiedenti, quindi, sapranno se la loro domanda è stata accettata o rifiutata (ovviamente in base ai requisiti richiesti) in anticipo rispetto alla data inizialmente prevista, quella tra il 26 e il 30 aprile. Quindi Poste italiane potrà convocare prima, rispetto alle previsioni iniziali, i beneficiari per consegnare loro le card su cui viene erogato il sussidio. Non si sa, però, quando arriveranno i primi pagamenti. Probabilmente se ne parlerà a maggio e non a fine aprile, come più volte annunciato dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Ma finora il numero di domande presentate preoccupa il governo e soprattutto i Cinque Stelle: a marzo ne sono arrivate 853.521, secondo le stime sarebbero 2,8 milioni di beneficiari. Circa la metà della platea potenziale. E parte di questi potrebbe vedersi rifiutare la domanda per mancanza di requisiti.
L’errore in Gazzetta ufficiale
Rientrato anche l’allarme per l’errore formale riportato in Gazzetta ufficiale sul decretone. Ieri la Repubblica aveva scoperto che nel passaggio relativo alla nuova scala di equivalenza mancava una riga: il testo così negava il beneficio ai maggiorenni, riservandoli ai soli minorenni. L’errore, comunque, è solo formale e verrà corretto probabilmente oggi stesso in Gazzetta ufficiale. Inoltre, questo problema non ha comportato alcuna difficoltà per l’Inps che, ha fatto sapere, non ha riportato l’errore nei moduli, risultati essere corretti. Ad assicurarlo anche il ministero del Lavoro: “Inps lavora su norma autentica e corretta. C'è stato un errore di trascrizione degli Uffici parlamentari sull'emendamento approvato in Commissione. È stato già trasmesso alla Gazzetta Ufficiale il testo modificato. Si ribadisce anche che non c'è alcun problema sulle domande già presentate. La scala di equivalenza non è un elemento della domanda, ma è solo descritta, peraltro correttamente, a fini informativi”.