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Ravenna, uccide moglie malata di Alzheimer: il giorno dopo la donna doveva andare in una casa di cura

È ora in carcere Enzo Giardi, il 78enne pensionato, che lunedì ha ucciso la moglie. Il giorno dopo la donna, gravemente malata da diverso tempo, avrebbe dovuto essere trasferita in una casa di cura.
A cura di Biagio Chiariello
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“Ho rovinato la mia vita e quella dei miei figli”. È disperato Enzo Giardi, il 78enne pensionato di Ravenna, che ha ucciso, annegandola nella vasca da bagno, la moglie, Piera Ebe Bertini, 77 anni, da tempo malata di Alzheimer. Un gesto che inizialmente credeva fosse dettato dall’amore per la compagna di una vita, sofferente da tempo, ma che ora riconosce come errore fatale.

La coppia ha due figli, uno residente a Ravenna e l’altro a Torino. La malattia della 77enne stava avanzando inesorabile: non parlava più ed era costretta su una sedia a rotelle. Tanto che proprio in questi giorni  sarebbe dovuta entrare in un centro ad hoc.

Il marito, bancario in pensione, faceva di tutto per lei. Ogni mattina, la lavava, la vestiva, la nutriva con attenzione e amore. Ma negli ultimi tempi era solito ripetere che era preoccupato per la propria morte perché non sapeva chi avrebbe poi accudito la sua amata Piera. Peraltro negli ultimi anni, i servizi sociali gli avevano mandato delle assistenti, ma Enzo non ne era mai rimasto soddisfatto, scrive Il Resto Del Carlino.

Lunedì scorso si era svegliato come ogni mattina, consapevole che a breve le sue giornate sarebbero forse cambiate: il giorno successivo, la moglie sarebbe stata trasferita in una struttura specializzata. Era uscito a fare la spesa, ma al ritorno la moglie era catatonica, sembrava spenta. Non riusciva nemmeno più a metterla in piedi, ha raccontato: “Era come se non fosse più lei”.

Da lì la decisione di porre fine alle sue sofferenze. Definitivamente. Ora però il pentimento lo consuma.

"È un dramma che ci lascia attoniti e scossi e davanti al quale il rispetto di questo dolore credo sia la cosa migliore da fare“. È il commento di Barbara Barzanti, presidente di Alzheimer Ravenna, di cui Giardi era associato. "La nostra associazione è composta da familiari di persone con demenza e conosciamo tutte le difficoltà di un percorso di vicinanza a chi soffre, quanto sia duro e faticoso, le prove a cui sottopone. E il senso di solitudine e di impotenza che si avverte" continua.

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