Rasi (ex direttore Ema) dice che lui non avrebbe bloccato il vaccino Johnson&Johnson
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Lo stop al vaccino anticovid di Johnson&Johnson ha sorpreso un po' tutti: medici, virologi ed esperti, ma anche chi aspettava le dosi da distribuire finalmente in Europa. Tra i più sorpresi per la notizia arrivata da oltreoceano c'è Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema che a novembre ha lasciato il posto all'irlandese Emer Cooke. Il medico che ha guidato per anni l'Agenzia europea del farmaco è intervenuto ad Agorà su Rai 3, motivando il suo stupore rispetto alla decisione della Fda: "Il nesso definitivo non è ancora stato provato, si tratta di 6 casi su 7 milioni – ha spiegato – tanto che hanno fatto dire ad Anthony Fauci che c’è un eccesso di cautela da parte delle autorità americane".
Rasi ha aggiunto che, per lui, lo stop è difficile da spiegare: "Sono casi ancora più rari di quelli che abbiamo già visto con il vaccino di AstraZeneca, con un solo caso fatale su sette milioni e il legame non è ancora confermato". Ma ragionando "nell’ipotesi peggiore, cioè nel caso in cui sia confermato", vuol dire che "c'è una persona ogni sette milioni con una combinazione genetica o di abitudine di vita che potrebbe farle avere un problema con il vaccino". Invece "continuiamo a ripetere quanti sono quelli che invece hanno un problema sicuro con il Covid". E poi ha commentato: "Se i 400 morti di ieri avessero avuto la possibilità di fare il vaccino AstraZeneca o Johnson&Johnson due mesi fa, sarebbero tutti e 400 ancora vivi".
Il perché della scelta si spiega con una grande cautela, ma anche con "un’avversità al rischio incredibile". Rasi ha spiegato di vedere l'occidente fermo "sull’andare a cercare il problema invece che risolverlo, Regno Unito a parte". Poi è andato dritto al punto: "Io personalmente non l’avrei bloccato il vaccino di Johnson&Johnson, lo dico chiaramente". Gli altri Paesi, occidente a parte, non li bloccano, e poi "scopriamo adesso che il Cile non è vaccinato perché aveva un vaccino cinese al 48% di efficacia, l’ha saputo dopo", ha aggiunto l'ex direttore esecutivo dell'Ema rispondendo alla polemica su Sputnik. Forse "noi stiamo esagerando dall’altra parte", ma "questo va tradotto in un fatto positivo", ha concluso Rasi.