video suggerito
video suggerito

Rapporto Ecomafie 2011: un giro d’affari da 19,3 miliardi di euro

Il nuovo rapporto Ecomafie 2011 presentato da Legambiente rivela che nel 2010 un i reati ambientali sono aumentati del 7,8% rispetto all’anno precedente. Il giro d’affari delle Ecomafie ammonta a circa 19,3 miliardi di euro.
A cura di Alfonso Biondi
65 CONDIVISIONI
Emergenza rifiuti

82.181 tir carichi di rifiuti incolonnati da Reggio Calabria a Milano. Fantascienza? Neanche tanto. L'esempio, sicuramente di forte impatto, spiega eccellentemente la portata dell'attività delle ecomafie ed è stato immaginato sommando i quantitativi di rifiuti (2 milioni di tonnellate) sequestrati solo in 12 delle 29 inchieste per traffico illecito messe a segno dalle forze dell’ordine nel corso del 2010. Se poi volete farvi un'idea del suolo consumato nel 2010 dall’edilizia abusiva, l'esempio è quello di 540 campi da calcio. Nel 2010 i nuovi immobili abusivi sono stimati essere 26.500. "Una vera e propria cittadina illegale, con 18.000 abitazioni costruite ex novo e la cementificazione di circa 540 ettari"- come si legge sul sito di Legambiente.

Si tratta di numeri spaventosi. A diffonderli è stata Legambiente che nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi a Roma presso la sede del Cnel ha presentato il rapporto Ecomafie 2011. Alla conferenza, tra gli altri, erano presenti Antonio Marzano, presidente Cnel; Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente; Fabio Granata, vicepresidente Commissione Antimafia; Luca Palamara, presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati.

Dal rapporto emerge che i clan impegnati nel business dell'ecomafia sono passati dai 270 del 2009 ai 290 dello scorso anno. Il giro d'affari stimato è di 19,3 miliardi di euro solo per il 2010. Gli illeciti accertati sono stati 30.824, con un incremento del 7,8% rispetto 2009; in soldoni si tratta di più di 84 reati al giorno, 3,5 ogni ora. I reati relativi al ciclo illegale di rifiuti e a quello del cemento rappresentano da soli il 41% del totale.

La regione italiana che detiene il maggior numero di illeciti ambientali resta la Campania con 3.849 illeciti (pari al 12,5% del totale nazionale), 4.053 persone denunciate, 60 arresti e 1.216 sequestri. Seguono a ruota altre regioni in cui è molto forte la presenza della criminalità organizzata: Calabria, Sicilia, Puglia. La presenza di illeciti in queste regioni è tuttavia in flessione, anche perché col passare del tempo i reati ambientali stanno crescendo molto nel Nord Ovest del Paese, che fa segnare il 12% degli illeciti complessivi. In netta crescita la Lombardia.

Ma i reati non riguardano solo i clan, anzi. Nella maggior parte dei casi si tratta di un sistema criminale del quale fanno parte anche colletti i colletti bianchi e imprenditori collusi. La questione è fondamentale e va affrontata con decisione. Anche il Presidente della Repubblica Napolitano ha deciso di intervenire sulla drammatica piaga che tormenta il Paese. In una sua nota si legge che "l'espansione delle cosiddette ecomafie è sempre più insidiosa […] Su tali fenomeni la vigilanza istituzionale deve essere particolarmente attenta per evitare pericolose forme di collegamento tra criminalità interna e internazionale, distorsioni del mercato e rischi per la salute dei cittadini".

65 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views