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Rapisce il figlio e scappa, ma si schianta contro un camper: bimbo di 2 anni vola fuori da auto

Un 33enne marocchino, residente in Germania, ha rapito il figlio di 2 anni, che vive in Alto Adige con la madre, durante un incontro con l’assistente sociale. Poi nella fuga si è schiantato con un camper e il piccolo è stato sbalzato fuori dall’auto. Feriti anche il padre e un suo complice.
A cura di Biagio Chiariello
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Le immagini dell'incidente (vigili del fuoco)
Le immagini dell'incidente (vigili del fuoco)

Ha provato a rapire il figlio di 2 anni, ma nella fuga si è schiantato contro un camper e il piccolo è volato fuori dall'auto. I fatti sono avvenuti in mattinata, 13 febbraio, sulla statale della Val Pusteria, in Alto Adige, dove un 33enne di origine marocchina, residente in Germania, ha tentato il sequestro durante un incontro con l'assistente sociale.

L'uomo, separato dalla madre del piccolo (che vive in Alto Adige) aveva passato qualche ora col piccolo alla presenza di un assistente sociale che avrebbe dovuto supervisionare le attività con il papà. Ma l'uomo, sceso repentinamente dal mezzo sul luogo dell'appuntamento nei pressi di Brunico, ha afferrato il figlioletto per poi risalire e partire a tutta velocità.

Con lui seduto sul sedile del passeggero c'era anche un complice, anch'egli marocchino, sulle cui ginocchia è stato posto il bambino, senza mettere nemmeno le cinture.

La fretta di allontanarsi ha però giocato un brutto scherzo al 33enne. Pochi istanti dopo infatti si è scontrato frontalmente con un camper su una strada del comune di Perca: il bambino è stato sbalzato fuori dall'auto rompendo il parabrezza. Feriti in maniera lieve anche il padre e il complice. Pressoché illesi, invece, gli occupanti dell'altro mezzo: una famiglia di turisti.

Poco dopo sulla scena l'arrivo dei carabinieri e dei soccorsi. I due uomini sono stati arrestati entrambi con le accuse di sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il bambino, elitrasportato all'ospedale di Bolzano, sarà operato agli arti per i numerosi traumi riportati nell'incidente. Non è in pericolo di vita.

Pare che il 33enne non avesse alcun divieto di avvicinamento e poteva vedere il figlio, anche se con la sorveglianza dell'assistente sociale, quando voleva.

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