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Rapinatore si rompe il femore durante la rapina in garage e chiede risarcimento alla vittima

È accaduto a Bari dove però il Tribunale civile ha rigettato la richiesta del rapinatore per i fatti avvenuti dieci anni fa, imponendogli anche il pagamento delle spese processuali.
A cura di Antonio Palma
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Investito e ferito a una gamba durante una rapina arma in pugno, un malvivente è arrivato a chiedere un risarcimento alla vittima per incidente stradale. È accaduto a Bari dove però il Tribunale civile ha rigettato la richiesta del rapinatore, imponendogli anche il pagamento delle spese processuali. La vicenda attorno alla quale ruota la storia risale a ben dieci anni fa quando il malvivente si presentò con un complice e tentò di impossessarsi del Rolex del proprietario di un garage del capoluogo pugliese, entrando pistola in pugno nel locale.

In soccorso del titolare arrivò il figlio che stava manovrando un'auto parcheggiata nella struttura e, alla vista dell'arma, si lanciò sul rapinatore scagliandolo a terra. Come ricostruisce la Gazzetta del Mezzogiorno, nell'impatto l'uomo restò a terra con una frattura scomposta del femore destro che portò al suo arresto e alla successiva condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione per tentata rapina. La vicenda si sarebbe conclusa così se due anni dopo lo stesso rapinatore non avesse rispolverato la storia chiedendo alla società proprietaria del garage e all’assicurazione dell’auto il risarcimento del danno subito.

L'uomo aveva cercato di far passare il fatto come un normale incidente durante il quale era stato investito dalla Mercedes guidata dal figlio del titolare del garage. Ne è nato così un processo in sede civile che si è concluso però solo quest'anno quando il giudice ha negato ogni richiesta del rapinatore. Secondo il Tribunale, l'uomo nella sua richiesta aveva cercato di nascondere i riferimenti all’antefatto riportando ricostruzioni ritenute mistificatorie.

Inoltre, secondo il giudice, il figlio dell’imprenditore è stato indotto a quel gesto da "uno stato di paura ed a fronte dell’aggressività e della violenza" manifestate dal rapinatore nei confronti del proprio padre, "tale da rendere la manovra contestuale effettuata una legittima e proporzionata reazione all’offesa ingiusta subita dal proprio genitore".  Ladro condannato anche a pagare le spese legali pari a 7.600 euro.

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