Rapina finisce nel sangue a Roma: ucciso Angelotti, ex boss della Magliana
Stamane, all’alba, si è verificato a Roma un nuovo tentativo di rapina finito tragicamente nel sangue. Erano le cinque del mattino quando, nel quartiere di Spinaceto, tre rapinatori hanno speronato con un furgone l’auto di due gioiellieri, due fratelli, diretti a una fiera all’estero con a bordo un campionario di preziosi dal valore di 75mila euro. I due fratelli, Luca e Andrea Polimadei di 31 e 36 anni, hanno reagito alle minacce dei malviventi, ne è nato uno scontro a fuoco durante il quale uno dei rapinatori è rimasto ucciso, gli altri due sono rimasti feriti così come uno dei gioiellieri che ha riportato una ferita alla mano.
Il bandito ucciso è Angelo Angelotti, nella Magliana si occupava di traffico di droga – 62 anni di Roma, il nome del rapinatore ucciso non è nuovo alle forze dell’ordine, Angelotti era infatti un ex affiliato alla banda della Magliana, una delle figure di spicco della potente organizzazione criminale romana. Lo stesso del gruppo accusato di aver tradito, nel febbraio del 1990, Enrico “Renatino” De Pedis, il capo della Banda, ucciso in via del Pellegrino, dietro a Campo de’ Fiori, ed ora seppellito nella basilica di Sant’Apollinare a Roma. Per quel reato (che il malvivente ha sempre negato), e anche per altri omicidi e crimini precedenti, Angelo Angelotti era stato più volte arrestato, questo di stamane era il suo ultimo colpo grosso.
Per i complici di Angelotti, entrambi pregiudicati, scatta la misura restrittiva – I suoi complici rimasti feriti, invece, sono Stefano Pompili e Giulio Valente, entrambi pregiudicati e con dei “curricula” tutt’altro che scarni tra omicidi, furti, truffe e associazioni a delinquere. Pompini, che ha tentato la fuga, è stato trovato dalle forze dell’ordine all’ospedale Cto di Roma dove è stato poi sottoposto ad intervento chirurgico: per entrambi, al momento ricoverati, scatterà la misura restrittiva. I due gioiellieri vittime del tentativo di rapina sono stati ascoltati dagli agenti della mobile di Roma per chiarire la dinamica della sparatoria, sarebbero gli unici testimoni dell’ultimo grave fatto di sangue avvenuto nella Capitale.