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Lo sciopero Rai dell’11 giugno è confermato. Il Garante: “è illegittimo”

E’ bufera in casa Rai. Dal Garante arriva uno stop: “la data dell’11 è illegittima, c’è già un giorno di astensione dal lavoro nello stesso settore il 19 giugno”. Ma i sindacati sono ormai sul piede di guerra.
A cura di D. F.
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UPDATE 19.30 – Sciopero dell'11 giugno confermato – Nonostante l'avvertimento del Garante, la Rai ha deciso di confermare lo sciopero di tutti i dipendenti del gruppo, per l'intera durata di ciascun turno di lavoro, su tutto il territorio nazionale, per l'11 giugno. Lo scrivono i sindacati al Garante, secondo quanto scrive la Cgil, sostenendo che "non risulta che la sigla USB abbia una consistenza rappresentativa tale da integrare" la violazione delle norme.

UPDATE: L'autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali "ha valutato – si legge in una nota – come non conforme alla legge la proclamazione di sciopero dei sindacati dei lavoratori della Rai per il prossimo 11 giugno". In particolare, "la proclamazione non rispetta la regola, ben nota alle organizzazioni sindacali, dell'intervallo di dieci giorni tra due scioperi che insistono sullo stesso settore, considerata, infatti, l'azione di sciopero del sindacato USB prevista per il prossimo 19 giugno e precedentemente comunicata". Il garante ha quindi invitato "i Sindacati proclamanti ad adeguarsi a quanto stabilito, anche al fine di non essere oggetto di provvedimenti sanzionatori"

C'è fibrillazione in Rai dopo che il Governo ha chiesto un contributo di 150 milioni di euro. Viale Mazzini ha proclamato unosciopero per l'11 giugno, ma il segretario della CISL Bonanni  ha chiesto al direttore generale Gubitosi di convocare un'assemblea sindacale "al fine di evitare il blocco del servizio pubblico che sarebbe solo un errore, e per aprire assieme al governo una discussione trasparente sul piano industriale e sull’anticipo del rinnovo della concessione di servizio pubblico". Da parte del governo, intanto, ribadiscono che sul contributo che l'azienda dovrà fornire non ci sarà un arrestramento: "L’orientamento – afferma il viceministro dell’Economia Enrico Morando –  resta quello che era. Il contributo di 150 milioni a carico della Rai resta inalterato". La società, tuttavia, verrà esclusa dal novero delle imprese partecipate a cui sarà chiesta una riduzione dei costi del 2,5% nel 2014 e del 4% nel 2015.

Un altro punto controverso è quello sulla riduzione delle sedi regionali, chiesto con forza dall'Esecutivo. Ieri, tuttavia, su questo aspetto si è aperto uno spiraglio, dal momento che il governo potrebbe accogliere la proposta di Salvatore Margiotta, senatore del PD e vice presidente della commissione di Vigilanza Rai, volta a mantenere l'obbligo di almeno una sede dell'emittente di Stato in ogni regione.

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