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Ragusa, operaio muore schiacciato da un tir in un’azienda vinicola

Antonino Giompiccolo, 53 anni, è morto stamattina intorno all’interno di un’azienda vinicola lungo la strada provinciale Comiso-Chiaramonte, nel Ragusano. Stando a una prima ricostruzione, l’uomo è rimasto schiacciato da un autoarticolato che stava facendo manovra.
A cura di Davide Falcioni
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Un operaio di 53 anni, Antonino Giompiccolo, è morto stamattina intorno alle 11 all’interno di un’azienda vinicola lungo la strada provinciale Comiso-Chiaramonte, nel Ragusano. Stando a una prima ricostruzione, l’uomo è rimasto schiacciato da un autoarticolato che stava facendo manovra nel piazzale di pertinenza dell’azienda Avide.

Sul posto sono intervenute l’ambulanza del 118 ed è stato attivato l’elisoccorso. Per l'operaio tuttavia non c'è stato nulla da fare. I rilievi sono stati eseguiti dai carabinieri della stazione di Comiso, presente anche lo Spresal per i controlli sulla sicurezza del lavoro.  Nel piazzale non ci sono telecamere e non ci sono testimoni. La salma si trova ora all’obitorio del cimitero di Comiso a disposizione del sostituto procuratore Ottavia Polipo che dovrà decidere se disporre l’autopsia.

L'Italia detiene il drammatico primato europeo di Paese con più morti in ambito lavorativo (dati Eurostat 2020) e quello agricolo è uno dei settori tutt'oggi più in difficoltà: ogni 2,4 giorni muore infatti un agricoltore e la prima causa del decesso è la perdita di controllo del mezzo agricolo (Dati Inail). Secondo il rapporto dell'Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro tra il 2019 e il 2022 è stata registrata una media di 150 morti all'anno in agricoltura, con un picco massimo di 171 nel 2019 e un minimo di 137 nel 2022.

Oltre al dato numerico, i morti sul lavoro in agricoltura nascondono un ulteriore aspetto allarmante. Prendendo ad esempio l'anno 2022, se rapportiamo i 137 morti sul lavoro al numero totale di infortuni denunciati (26.459), si ottiene un tasso dello 0,52%, ben più alto di quello osservato per le categorie "Industria e servizi" e "Conto Stato" (rispettivamente 0,18% e 0,04%).  Il rapporto Inail indica che i 3/4 delle vittime sono italiani, il resto è rappresentato dalle nazionalità indiana e, a seguire, marocchina, albanese e senegalese. Inoltre, solo il 53% delle vittime è un lavoratore dipendente e di questi, 8 su 10 hanno un contratto a tempo determinato mentre, il 40% circa è autonomo con una grande maggioranza di coltivatori diretti e/o familiari.

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