Ragusa, il lapsus di Sara alla figlia di Roberta: “Anche mio babbo è morto”
È il 2013, Roberta Ragusa è scomparsa da un anno. In casa Logli, a Gello San Giuliano (Pisa), i due figli di Roberta e di Antonio, stanno vivendo un momento difficile. Prima la scomparsa della mamma, poi l'adattamento a nuova dimensione familiare dove Roberta è stata sostituita, nel suo ruolo di moglie e madre, da Sara Calzolaio, ex babysitter. In casa sono presenti le cimici piazzate dagli inquirenti, nell'ambito delle indagini per omicidio, e registrano ogni parola, ogni sfumatura di umore, comprese le conversazioni tra Sara e Antonio i battibecchi con i figli, insomma, tutte le interazioni tra il membri del nucleo familiare. Interazioni che finiranno, trascritte nei documenti dell'accusa a carico di Antonio Logli, nel processo per l'omicidio della moglie Roberta, che lo vedrà condannato (in appello) a vent'anni di carcere.
Le intercettazioni, pubblicate da ‘Giallo', si riferiscono a marzo 2013 e descrivono lo sfogo di Sara con Antonio per il comportamento della piccola A. la figlia minore di Roberta, che come il fratello Daniele, era molto legata a sua madre. "Il problema è che lei sta male – dice Antonio a Sara – hai capito? Le manca le mamma". "Posso capire – risponde Sara – perché mio babbo è morto, io so com'è". Sara paragona la scomparsa di Roberta al lutto per la perdita di suo padre, quel padre che è morto, eppure Antonio Logli ha sempre sostenuto e continua a sostenere, supportato da Sara, che Roberta sia andata via. Poi però corregge il tiro "Posso capire cosa prova lei, che non sa dove sia (Roberta, ndr.)". I rapporti tra Sara e la piccola A. presto raggiungeranno un equilibrio e tutta la famiglia si schiererà a sostegno di Antonio Logli. Oggi Logli è sottoposto all'obbligo di dimora nella casa in cui vive con Sara e i figli e attende la sentenza di Cassazione prevista per il prossimo mese.