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Ragazza egiziana accusò la madre di volerle imporre il matrimonio. Ora ritratta: “Tutto inventato”

Rashida, una 15enne egiziana che vive a Torino, ha ritrattato le accuse fatte alla mamma alcuni mesi fa: “Ho inventato tutto”.
A cura di D. F.
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Si era inventata tutto. Rashida, una ragazza egiziana di 15 anni da tempo residente a Torino, ha ammesso davanti al gip del Tribunale di Torino Edmondo Pio di aver raccontato una bugia nel febbraio scorso, quando accusò sua madre di volerla costringere a sposare un uomo di 10 anni più vecchio. La giovane, che da quattro mesi vive in una comunità protetta, ha però ritrattato in lacrime il racconto fatto 5 mesi fa: "Voglio tornare a casa. Mi manca mia mamma”.

Sua madre non può vederla da tempo: dopo le accuse della 15enne è indagata per maltrattamenti, anche se la sua speranza è che l'ammissione della ragazzina possa contribuire finalmente a chiarire la vicenda. Come spiega Repubblica, infatti, la donna ha sempre sostenuto di non aver mai costretto la figlia a sposare qualcuno. Rashida tuttavia aveva fatto un racconto estremamente dettagliato sia al Telefono azzurro che alla polizia, arrivando a indicare persino un abito rosso che sarebbe stato il suo vestito per la festa di fidanzamento già organizzata. Disperata, aveva sostenuto che la mamma l’avesse minacciata di spedirla in Egitto dalla suocera se non avesse accettato di star insieme a un ragazzo di 10 anni più grande.

Ieri però è arrivato il colpo di scena e Rashida ha confessato di essersi inventata tutto per il dolore della perdita del padre e per una delusione d’amore. “Voglio tornare a casa, in comunità si mangia male”,ha detto la ragazzina. La nuova versione della giovane, tuttavia, per il momento non cambia nulla dal momento che le indagini proseguiranno. Il timore degli inquirenti infatti è che la ragazza possa essere stata costretta a rinnegare tutto: “E’ emerso che la minore aveva libertà di movimento nel pomeriggio e non si possono escludere che possano esserci state occasioni di incontro e influenze esterne all’ambiente della comunità”, spiega la curatrice speciale della ragazza Giuseppina Mauri.

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