“Il corpo era sotto al letto, sembrava un manichino”: come hanno trovato l’uomo sepolto dai rifiuti
“Non mi sono reso conto subito di cosa fosse. In un primo momento ho pensato quasi fosse un manichino. Poi ho guardato meglio e ho visto il busto. Ho capito. Quello era Raffaele. Era sotto il letto”: a parlare è l’operaio 40enne che la settimana scorsa, dopo giorni di lavoro, ha trovato il corpo senza vita di Raffaele Lioce nella sua stessa casa in viale Mazzini a Foggia, coperto dai tanti rifiuti che l’anziano accumulava.
Lioce non era scomparso, come inizialmente si temeva tanto che sulla sua storia aveva acceso i riflettori “Chi l’ha visto?”, ma era sempre rimasto lì nella casa in cui viveva da solo. L’anziano era morto sotto quel cumulo di rifiuti di ogni genere che raccoglieva quotidianamente per strada.
L’operaio che ha trovato il cadavere ricorda una scena da brivido. Come racconta La Gazzetta del Mezzogiorno, dagli inizi di marzo lui e i suoi colleghi entravano nell’abitazione di Raffaele, come disposto da una ordinanza commissariale, per tentare di sgomberare le stanze in cui i rifiuti arrivavano fino al soffitto.
Quando la scorsa settimana ha capito di aver trovato il cadavere l’operaio ha chiamato subito l’amministratore di sostegno, l’avvocato Marcello Sacco, a cui l’anziano era affidato. "L’ho trovato. È qui", gli ha detto ancora confuso.
"C’è una cosa che mi ha colpito subito quando sono entrato per la prima volta. C’erano delle pietre, anche piuttosto grandi. E mi sono chiesto che cosa ci facesse una persona con delle pietre in casa. Tutto incredibile", il ricordo del quarantenne, che aggiunge di essere rimasto sconvolto quando per la prima volta è entrato in quella casa a Foggia. Non riusciva neppure ad aprire la porta, che era socchiusa, perché c’era immondizia ammassata.
"C’erano vermi ovunque e carcasse di topi. Sono stato investito da un odore nauseabondo. Si respirava a fatica. Non so neppure descrivere cosa ho provato”. Si attendono intanto i risultati dell'autopsia per tentare di capire almeno per quanto tempo quell'uomo è rimasto lì, senza vita, nel suo appartamento.