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Radicali, sequestrate 56 piante di cannabis alla Bernardini: “Ma non mi arrestano”

La polizia ha perquisito l’abitazione romana della segretaria del partito di Marco Pannella. Le piante di cannabis servivano per i malati. La Bernardini: “Lo rifarò fino alla legalizzazione”.
A cura di Biagio Chiariello
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La segretaria dei Radicali Italiani, Rita Bernardini, si è vista sequestrare 56 piantine di cannabis questa mattina in un blitz della Squadra Mobile di Roma, che ha eseguito su mandato dalla Procura capitolina. La politica ora è indagata per il reato previsto dall’art. 73 dpr 309/90 (divieto di coltivazione di piante di marijuana). Era stata lei stessa ad autodenunciarsi, pubblicando su Facebook alcune foto e video della "piantagione" nei vari momenti della crescita. Proprio due giorni fa aveva dichiarato di essersi anche autodenunciata senza che ‘nessuno se la filasse'. "Sembra che i radicali abbiano la licenza per coltivare – sottolineava – fanno finta di nulla perché in Italia di cannabis e legalizzazione non si può e deve parlare". Mentre in occasione delle presentazione alla stampa dell'asta radicale, aveva manifestato l'intenzione di mettere in vendita anche una delle sue piantine. Non ci è riuscito visto l’intervento degli agenti questa mattina: “Azz… e mo' che metto all'asta radicale?”, ha scritto sul proprio profilo Facebook.

Mi meraviglio – ha dichiarato Bernardini dopo il sequestro– che nei miei confronti non si sia proceduto all’arresto, come accade ogni giorno in tutta Italia a tantissimi ‘incolpevoli’ che preferiscono coltivarsi la marijuana per non rifornirsi al mercato criminale che si arricchisce grazie al proibizionismo. Che si voglia silenziare la nostra quarantennale lotta per la legalizzazione, così come si è silenziata la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia che si è espressa chiarissimamente per la depenalizzazione della cannabis? In ogni caso, il mio impegno è quello di continuare a disobbedire fino alla legalizzazione completa dei derivati della cannabis”.

In realtà la cannabis sequestrata sarebbe stata destinata ai malati di gravi patologie che, nonostante la legge lo consenta, non riescono ad avere accesso alla sostanza per curare e attenuare le sofferenze provocate dalla loro malattia, dicono i Radicali. Tutti gli atti (mandato di perquisizione e sequestro, nomina del difensore di fiducia e del domicilio, verbale di perquisizione e verbale di sequestro) sono poi stati postati sul profilo FB della Bernardini.

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