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Quindicenne suicida a Enna, il compagno di scuola: “Vittima di una città maschilista, voleva essere libera”

I funerali della 15enne morta suicida nell’Ennese, si terranno sabato nel duomo di Piazza Armerina. Si indaga per istigazione al suicidio con l’ipotesi di revenge porn. L’amico: “Voleva essere libera di vivere la sua vita lontano dai pregiudizi e dai bigotti, la lite a scuola è stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Era arrivata un anno fa da Milano insieme alla sua famiglia. La 15enne che si è tolta la vita a Piazza Armerina, in provincia di Enna, aveva fatto fatica ad ambientarsi in quel nuovo contesto di provincia. Nonostante l'amore dei familiari e quei due amici che era riuscita a farsi nell'istituto scolastico che frequentava, la sua vita in Sicilia era diventata improvvisamente dura. Sulla morte della 15enne indaga la Procura per i minorenni di Caltanissetta con l'ipotesi di istigazione al suicidio. I familiari dell'adolescente sostengono che a portarla a compiere il gesto estremo sarebbero state le liti con alcune compagne di scuola e la diffusione di foto, video e maldicenze sul suo conto. 

A confermare questa teoria, anche uno dei due amici della 15enne. "Voleva essere libera, solo questo. Voleva vivere la sua vita lontana dai pregiudizi e dalla gente bigotta. Non si può morire così. Questa è una città ipocrita e maschilista. La lite con le compagne di classe è stata solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma la verità è che era finita nel mirino di troppe malelingue da quando era arrivata in Sicilia".

Chi conosceva la 15enne la ricorda come una ragazza solare, libera, brava negli sport e a scuola. "Chiediamo che la magistratura faccia tutti gli accertamenti del caso – ha affermato il padre della 15enne -. Non è possibile che una ragazza di 15 anni si tolga la vita. Vogliamo giustizia. Chi sa, parli".

Secondo quanto ricostruito, martedì la 15enne aveva chiesto agli insegnanti di tornare a casa prima. I genitori erano andati a prenderla a scuola e lei aveva subito raccontato di non essersi sentita male durante le lezioni. "Mi ha spiegato che se ne stava andando solo perché aveva avuto una discussione con le compagne – ha raccontato la mamma -. Non mi ha detto altro perché il papà stava tornando in macchina. Mi ha detto solo: ‘Poi ti dico'. Dopo 45 minuti era morta". Il Procuratore Cosentino ha fatto sapere che le indagini sono un approfondimento necessario per capire se la 15enne fosse vittima di bullismo o di revenge porn.

Un'amica della ragazzina che quel giorno non era a scuola, ha raccontato che la 15enne aveva avuto una brutta discussione durante la ricreazione. "Una ragazza l'ha affrontata in malo modo. Questo mi hanno detto alcuni compagni che hanno visto la scena. La ragazza diceva che lei aveva avuto una storia con il suo ex, parlava di un video. Sono volate parole grosse e pure spintoni. La cosa peggiore però è che poco dopo è stata accerchiata dalle altre che l'hanno insultata e spinta. Lei era disperata".

Tornata in classe, la 15enne ha detto all'insegnante di stare male e di voler tornare a casa. Ora l'amica non si dà pace. "Se quel giorno fossi stata a scuola, le avrei parlato. L'avrei confortata, invece è rimasta sola".

La 15enne era arrivata in Sicilia circa un anno fa con la famiglia: per il padre si trattava di un ritorno alla sua terra mentre per la mamma, di origini sudamericane, era un momento particolare durante il quale sostenere sua figlia, passata improvvisamente da un contesto di città a uno di provincia. Il compagno di scuola della 15enne ha raccontato che sebbene avesse avuto difficoltà a integrarsi, i guai "veri" erano iniziati quando l'ex fidanzato aveva pubblicato un video intimo dell'adolescente online. 

"In tanti a Piazza Armerina dovrebbero passarsi una mano sulla coscienza. A un maschio è consentito di avere più storie. Anzi, è motivo di vanto. La ragazza, invece, viene considerata una poco di buono" ha affermato l'adolescente ripreso dal quotidiano La Repubblica. "Continueremo a chiedere giustizia – dicono i genitori – per nostra figlia e per tutte le ragazze vittime di soprusi e angherie. Voleva solo essere libera di vivere la sua vita".

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