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Quindicenne scomparsa e trovata morta 8 anni dopo, processo ancora fermo: unico indagato l’ex fidanzato

È stato rinviato per l’ottava volta il processo per il femminicidio della 15enne Cameyi Mosammet, scomparsa nel maggio 2010 ad Ancona. I resti della ragazzina furono ritrovati 8 anni dopo. Unico indagato per il delitto, l’allora fidanzato Kazi Monir, oggi 34enne e attualmente residente in Bangladesh.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Cameyi Mosammet
Cameyi Mosammet

Slitta per l'ottava volta consecutiva il processo per il femminicidio di Cameyi Mosammet, la 15enne di origini bengalesi scomparsa nel 2010 ad Ancona e i cui resti furono ritrovati 8 anni dopo a Porto Recanati. L'unico indagato per la morte dell'adolescente è Kazi Monir, all'epoca suo fidanzato.

Il procedimento è ancora fermo per la mancata notifica dell'avviso di udienza preliminare a Monir, che da anni è rientrato in Bangladesh dopo aver lasciato le Marche. L'ultimo tentativo risale al maggio scorso ed è stato ritenuto nullo dal gup Claudio Bonifazi del Tribunale di Macerata. Il magistrato aveva detto che non vi era alcuna certezza che la firma sulla ricevuta fosse proprio quella di Monir.

A seguire la famiglia della 15enne c'è l'avvocato Luca Sartini, che ha chiesto di rivedere quella decisione. L'istanza è stata rigettata dal giudice. Si attende nel frattempo l'esito di un nuovo tentativo di rintracciare e identificare l'indagato. La procedura, avviata tramite il Ministero degli Esteri, non ha ancora ricevuto risposta dalle autorità bengalesi. Per questo motivo è stato nuovamente rinviato il processo che dovrà stabilire se Kazi Monir abbia ucciso Camyi.

Cameyi Mosammet
Cameyi Mosammet

La scomparsa e il ritrovamento dei resti 8 anni dopo

Tutto inizia il 29 maggio del 2010, quando Cameyi Mosammet, 15 anni, è scomparsa. Il 18 giugno del 2010, Monir Kazi, oggi 34enne, viene convocato dagli inquirenti della procura di Ancona dopo il suo rientro dalla Grecia. La fidanzatina era scomparsa da un paio di settimane e gli investigatori avevano tra le mani i video della stazione di Porto Recanati e di quella di Ancona. Nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza si vede la 15enne in compagnia di un ragazzo che secondo gli inquirenti sarebbe proprio Monir.

I riscontri erano presto arrivati dai cellulari dei due ragazzi, che la mattina della scomparsa della 15enne agganciavano entrambi la cella dell'Hotel House, il luogo nei pressi del quale 8 anni dopo sono stati ritrovati i suoi resti.

Dopo quella mattina, il cellulare di Cameyi si spegne per sempre. Il giovane racconta agli investigatori di essere andato in Grecia per incontrare un amico che stava male e prendere dei soldi. Durante uno degli interrogatori, afferma di "non poter essere l'unico a pagare". "Anche loro sanno qualcosa" afferma davanti all'avvocato d'ufficio, senza però spiegare chi siano "loro". Denunciato a piede libero Monir torna a casa senza misure cautelari.

Nel 2018 l'avviso di chiusura delle indagini

Nel 2018, quando la procura di Macerata gli aveva fatto notificare l'avviso di chiusura delle indagini, Monir era già in Bangladesh. In quell'occasione aveva detto di "essere pronto a tornare in Italia per dire la verità". Il 34enne però non si è visto.

Secondo quanto ricostruito all'epoca, Cameyi aveva detto alle amiche che Monir era geloso. Secondo la difesa, era anche stata minacciata e picchiata perché frequentava un altro ragazzo. Sarebbe questo, secondo gli inquirenti, il motivo per cui Monir potrebbe aver ucciso l'adolescente.

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