Quelle dita alzate dopo la sentenza Cucchi. “Soltanto uno sfogo”, per un agente
Pochi istanti dopo la sentenza dei giudici sulla morte di Stefano Cucchi, e mentre familiari e amici del giovane erano frastornati dal dolore per l'ennesima ingiustizia subita, un gesto raccapricciante ha lasciato i presenti in aula di stucco. Dal banco degli imputati improvvisamente due diti medi si alzano in cielo. Come una provocazione, una beffa, un'esultanza scomposta e inopportuna. "Gesti terribili", li definisce Ilaria Cucchi. Nicola Menichini, uno dei tre agenti di polizia penitenziaria assolti, risponde: "Quel gesto era la risposta e il comprensibile sfogo di un momento dopo tre anni di attacchi e insulti. Non so chi sia stato, ma non credo che le dita alzate siano più gravi delle urla "Assassini" che ci piovevano addosso".
A sostegno delle parole dell'agente sono arrivate quelle dell'avvocato difensore: "Da ieri sera c'è una sentenza che solleva Menichini, i suoi due colleghi e gli infermieri da ogni responsabilità. Non siamo più disposti ad accettare accuse e passeremo alle querele ogni qual volta arriveranno insinuazioni a mezzo stampa. Chi vuole contestare una sentenza ha le aule del processo d'appello per farlo".