Giusto ieri avevamo segnalato un esempio di spreco pubblico nel Comune di Parma: l’area in via Baganza, rimessa in sicurezza dopo l’alluvione, purtroppo non è stata “ripensata” per tutti. Infatti, la nuovissima rampa che potete vedere in foto è talmente ripida da non essere di aiuto né ad un genitore con un passeggino, né ad una persona in bici, tantomeno ad un ragazzo in carrozzina. Migliaia di euro che si sarebbero potuti spendere in modo realmente inclusivo.
Arriva tempestiva, nella mia pagina Facebook personale, la risposta del sindaco Federico Pizzarotti:
Scusi secondo lei i progetti del comune li approva tutti il sindaco? Forse non ha chiaro come funziona un comune. In ogni caso chiederò conto della responsabilità dell'opera, che questo articolo da per scontato sia del comune, per valutare le motivazioni della realizzazione. Grazie della segnalazione.
Il Sindaco di Parma si difende così dalle accuse di negligenza che la rete ha sollevato nel segnalare questo caso di "superficialità". Toni un po' aspri che non intendono fare autocritica, tanto più se si considera che attraverso il PEBA tale danno si sarebbe potuto benissimo evitare.
Il "Piano per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche", infatti, prevede fondi statali che ogni Comune d'Italia, ogni anno, può richiedere per diritto. Con le risorse ricevute è possibile intervenire realizzando lavori specifici per abbattere le barriere architettoniche, di ogni tipo, all'interno del Comune. Peccato però che buona parte dei Comuni, ad oggi, non richieda questi fondi: chi per scarse informazioni, chi per scarsa sensibilità verso la tematica.
E così conclude, a distanza di qualche ora, Federico Pizzarotti con una rettifica:
Ho verificato con il settore preposto, ieri ti avevo già risposto sul fatto che non è il sindaco che controlla tutto, non sarebbe nemmeno possibile, ma che al limite verifica su segnalazione. L'intervento è stato fatto da STB, entità regionale che si occupa dei corsi d'acqua e stava ripristinando la ciclabile dopo l'alluvione. Non è una rampa per disabili, ma uno scivolo per bici. Spero di aver chiarito l'equivoco. Noi in tutte le opere prestiamo attenzione all'accessibilità.
Insomma, quell'opera non voleva essere una rampa per tutti, di proposito, ma solo per le biciclette. Anche se resta uno scalino evidente a fine scivolo: ostacolo per chiunque si sposti su ruote, a prescindere dal fatto che siano due o quattro. Tralasciando il fatto di chi sia la responsabilità in certe decisioni, questa vicenda ci ricorda ancora una volta come basterebbe dialogare, confrontarsi, mettersi a un tavolino e studiare alternative possibili per riqualificare un – bel – territorio e renderlo fruibile a tutti, anziché realizzare un'opera pressoché inutile. Ritrovandoci così tutti ad arrancare, tra salite troppo ripide e scuse poco credibili.