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Covid 19

Cinque ragazzi bloccati in Cambogia per il Coronavirus: “Fateci tornare a casa”

“Abbiamo il diritto di tornare a casa, qualcuno ci aiuti. Vogliamo solo tornare dalle nostre famiglie”. Un gruppo di ragazzi italiani racconta l’incubo che stanno vivendo perché bloccati in Cambogia. Si chiamano Sasha, Sara, Rossana, Manuela ed Elar i cinque giovani partiti qualche mese fa con lo zaino in spalla alla scoperta del fascino del sud est asiatico.
A cura di Valeria Deste
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Si chiamano Sasha, Sara, Rossana, Manuela ed Elar i 5 giovani partiti qualche mese fa con lo zaino in spalla alla scoperta del fascino del sud est asiatico. Una avventura che, nelle ultime settimane, si è trasformata in angoscia. “Nelle ultime settimane anche la situazione in Cambogia è iniziata a precipitare molto velocemente – raccontano – Anche gli stati vicino a noi: Vietnam e Filippine hanno iniziato a chiudere i confini e ostelli a noi, in quanto cittadini italiani e portatori  del virus, nonostante manchiamo dall’Italia da mesi”.

Due settimane fa anche la Cambogia si trova alle prese con l’emergenza Covid-19. I ragazzi hanno tentato, invano, di prenotare dei voli per poter rimpatriare. “Ci siamo scontrati con un dato di fatto: tutti gli aeroporti dove potevamo effettuare scalo hanno, ormai, da una settimana, chiuso il transito a noi italiani”. Così Manuela si è recata di persona in aeroporto per imbarcarsi su un volo diretto a Zurigo. “In quanto italiana sono stata subito allontanata e mi è stato negato l’imbarco. Abbiamo così capito che l’unica possibilità era quella di transitare per Bankok e sottoporci alla normativa tailandese la quale ci impone di sottoporci al tampone per il Covid”. Così i ragazzi si sono subito attivati per sottoporsi al test. “E’ stato molto rischioso accedere agli ambulatori dedicati perché non vige alcuna forma di sicurezza ed eravamo affiancati da pazienti che presentavano sintomi del virus”.

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Dopo aver effettuato tutti i controlli, sembrava ormai fatta. Invece, proprio ieri, il gruppo di giovani italiani ha scoperto che non esistono più collegamenti aerei tra la capitale cambogiana, Phnom Penh, e Bankok mandando, quindi, in fumo le loro ultime speranze di uscita dal Paese. “Ci troviamo ufficialmente bloccati in Cambogia, in un paese che ha un livello sanitario nettamente inferiore al nostro”. Il gruppo di giovani lancia un grido di aiuto. “Pensiamo che da cittadini italiani abbiamo il diritto di tornare nel nostro Paese. Ed è proprio qui, proprio adesso, che facciamo un appello di aiuto al Governo italiano”.

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