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Quattro interventi per cambiar sesso falliti, medici accusati di lesioni dolose

Gli interventi falliti all’Umberto I a Roma: le pazienti si sono rivolte alla Procura denunciando di essere state trattate come cavie. Nessuno avrebbe avvertito del carattere sperimentale di quel tipo di operazione.
A cura di S. P.
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Al Policlinico Umberto I di Roma quattro transessuali si sono sottoposte a un’operazione per cambiare sesso, da uomo a donna, ma gli interventi sono falliti. Interventi in seguito ai quali è partita una denuncia a cui ha fatto seguito l’indagine della Procura di Roma che ipotizza il reato delle lesioni personali dolose. Nessun consenso informato sarebbe stato presentato alle pazienti, giunte in ospedale tra il 2011 e il 2013, relativo al carattere sperimentale di quel tipo di intervento. Carattere sperimentale degli interventi confermato anche dalla pubblicazione, lo scorso gennaio, su una rivista scientifica in cui si faceva riferimento proprio a una nuova tecnica operatoria. Come ricostruisce Repubblica, ora la magistratura vuole andare fino in fondo e così il procuratore aggiunto Leonardo Frisani e il sostituto Maria Gabriella Fazi indagano per lesioni personali dolose, ad oggi contro ignoti.

Pazienti trattate come cavie – Il perché del reato risiederebbe “nell’omessa informazione alle pazienti del carattere sperimentale delle tecniche operatorie praticate”. Questa circostanza integrerebbe il carattere doloso delle lesioni riportate dopo l’operazione chirurgica. Praticamente le quattro trans sarebbero state trattate come cavie. Le pazienti non avrebbero saputo di essere state le prime a doversi sottoporre a una nuova tecnica che prevede – si legge nella querela – “per ricostruire la neovagina l’utilizzo del tessuto dalla bocca”. Non avrebbero saputo del progetto sperimentale e non sarebbero state informate di eventuali rischi. Le quattro trans dicono ora di trovarsi in una sorta di limbo, in quanto non hanno più un organo sessuale definito.

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