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Quattro anni fa il ritrovamento di Yara: per il delitto resta in carcere Bossetti

Il 26 febbraio del 2011 veniva ritrovata, tre mesi dopo la sua scomparsa da Brembate Sopra, la 13enne Yara Gambirasio. Il suo corpo giaceva in un campo di Chignolo d’Isola. A quattro anni dal tragico anniversario c’è un uomo in carcere accusato del delitto, il muratore Massimo Giuseppe Bossetti.
A cura di Susanna Picone
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Era il 26 febbraio del 2011 quando veniva ritrovato in un campo di Chignolo d’Isola il cadavere della giovane Yara Gambirasio, una ragazza di 13 anni scomparsa esattamente tre mesi prima da Brembate Sopra. Il corpo senza vita della piccola Yara, abbandonato a una manciata di chilometri dal suo paese, mostrava segni d’arma da taglio non mortali al punto che dopo l’autopsia venne ipotizzato che la ginnasta era morta per diverse cause, compreso il freddo. Oggi, a quattro anni dal tragico anniversario, c’è un uomo in carcere accusato di essere il responsabile della morte di Yara. Tutto è cambiato rispetto a un anno fa, quando le indagini sull’inchiesta sembravano ormai a un punto morto. La svolta è arrivata il 16 giugno dello scorso anno, oltre tre anni e mezzo dopo la scomparsa della giovane di Brembate Sopra. Quel giorno il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha annunciato ai media l’arresto di un muratore di Mapello sposato e padre di tre figli, il 43enne Massimo Giuseppe Bossetti. Ad incastrarlo, com’è noto, è stato un test genetico.

Massimo Bossetti unico sospettato nel caso Yara

Per la scienza è dell’indagato il Dna di Ignoto 1, lo stesso ritrovato sugli slip e sui leggings di Yara Gambirasio. Per la scienza, dunque, Massimo Giuseppe Bossetti è il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, un autista di Gorno morto prima della scomparsa di Yara a cui gli inquirenti erano arrivati nel corso delle indagini. Dal giugno scorso Bossetti continua a ribadire la sua innocenza e totale estraneità nel caso, ma ad oggi il muratore di Mapello resta in carcere. Proprio alla vigilia del quarto ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio la Prima sezione penale della Corte di Cassazione, chiamata a decidere sul futuro di Bossetti dopo il no alla scarcerazione del gip di Bergamo e la bocciatura dei giudici del Riesame di Brescia, ha accolto la richiesta del Pg e ha respinto il ricorso della difesa del muratore. Ha deciso, dunque, che per il momento Massimo Giuseppe Bossetti non può tornare in libertà. Per lui si attende la richiesta di rinvio a giudizio.

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