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Esplosione cascina a Quargnento

Quargnento, la cascina esplosa in vendita da anni: “Ipotesi dissidi familiari o assicurazione”

Il proprietario della magione, Giovanni Vincenti, stava provando a vendere la proprietà da almeno due anni. L’uomo è già stato sentito dalle forze dell’ordine insieme alla moglie. Il casale occupava una superficie totale di 30 mila metri quadrati che comprendevano scuderie per cavalli, campo in sabbia, tettoia, abitazione padronale.
A cura di Biagio Chiariello
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La cascina esplosa questa notte a Quargnento, in provincia di Alessandria, e tra le cui macerie hanno perso la vita tre vigili del fuoco, Matteo Gastaldo (46 anni), Marco Triches (38 anni) e Antonino Candido (32 anni), era in vendita da almeno un paio di anni. La tenuta sarebbe di Giovanni Vincenti, detto Gianni. L'uomo è stato ascoltato per diverse ore già alle prime luci dell'alba dalle forze dell'ordine. Vincenti avrebbe acquistato il rustico nel 1996 per farci un centro ippico da gestire con il figlio Stefano. Nel 2017, poi, la decisione di trasferirsi ad Alessandria con l'intenzione di vendere la proprietà. L’imprenditore aveva pubblicato diversi annunci sulla sua bacheca Facebook e su siti internet. Il casale occupava una superficie totale di 30 mila metri quadrati che comprendevano scuderie per cavalli, campo in sabbia, tettoia, abitazione padronale su tre livelli di quasi 500 mq, dependance di 160 mq, terrazzo di circa 80 mq, tutto ristrutturato con materiali di pregio, parco con alberi di alto fusto e 20 mila mq di terreno adibiti a paddock.

"Mi dispiace per quei ragazzi morti, non si deve morire lavorando", così l'imprenditore Vincenti. "L'aveva comprata e messa a posto, mio figlio è appassionato di cavalli, come mio nipote, e aveva fatto due cavalli". Fino a due anni fa, quando si è trasferito ad Alessandria e ha messo in vendita la grande casa, senza però riuscirci. "Che idea mi sono fatto? Nessuna – aggiunge il padre – Con mio figlio non ho parlato. Ho saputo quello che era capitato alla tv, poi mi hanno telefonato alcuni parenti dalla Puglia. So solo che la casa – ribadisce – era disabitata, la corrente staccata". L'uomo racconta che il figlio "faceva l'imprenditore, lavorava con i programmi". "Altro non so proprio dire", conclude l'uomo.

Ipotesi inquirenti sull'esplosione: dissidi familiari o assicurazione

Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti che indagano sull'esplosione non si esclude, secondo quanto apprende l'Ansa, quella di dissidi tra il proprietario dell'abitazione e il figlio, così  non sarebbe esclusa la pista legata al risarcimento assicurativo. Al momento, però, viene sottolineato, si tratta solo di ipotesi di lavoro: le indagini proseguono a 360 gradi.

Cascina esplosa, morti tre vigili del fuoco

Le esplosioni che hanno ucciso i tre pompieri sarebbe avvenute verso le 2 di notte in una porzione disabitata della cascina. Si tratterebbe di un atto doloso, come confermato dal procuratore capo di Alessandria Enrico Cieri. I colleghi delle tre vittime, intervenuti in soccorso a spegnere l’incendio, hanno trovato tra le macerie particolari che fanno ipotizzate che ci fossero degli inneschi sulle bombole del gas saltate in aria e un timer impostato sull'1 e 30 per comandare a distanza le esplosioni. Verso le 11 di ieri sera i vigili del fuoco di Alessandria erano stati chiamati per spegnere un incendio nel casale. Un’ora dopo la prima deflagrazione, che ha sorpreso Gastaldo, Triches e Candido mentre erano impegnati nelle operazioni. Feriti anche il caposquadra dei vigili del fuoco Giuliano Dodero, il vigile del fuoco Luca Trombetta e il carabiniere Roberto Borlengo.

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