Oggi sono ventuno anni che Paolo Borsellino è andato in mille pezzi, con una bomba di mafia, sotto la casa della mamma. Può sembrare ormai rituale, ogni volta, fermarsi su questi anniversari. Commemorare, e poi tornare alla vita qualunque, dimenticando insegnamenti, esempi, parole. Ma per me, oggi, Borsellino significa anche altro dal martire dell'antimafia: penso alla sua personalità, al carattere, alla sua maniera di essere uomo. Mi viene di paragonarlo agli "uomini" che vedo oggi: ministri che dicono di non sapere, presidenti che tirano a campare, magistrati che cercano ribalte mediatiche, altri che provano a fare politica, perdono, rifiutano le sedi, si dimenano, poi accettano posti di sottogoverno. Guardo attonito questa carovana di personalità scolorite e penso che dalla morte di Borsellino – uomo d'altro tempo – non sembrano passati ventuno anni ma ventuno secoli.