E’ il bersaglio perfetto, giovane, donna, bella e Miss. Alice Sabatini deve essere “scema”. Non può essere bella e intelligente, non può essere giovane e intelligente, non può essere miss e intelligente, no. Una miss che vince deve essere stupida, lo deve essere ontologicamente per appagare l’italico stereotipo della donna che non sa guidare e le invidie di chi, lassù, non c’è mai arrivato.
Neanche per un attimo c’è qualcuno che si fermi a riflettere sui suoi 18 anni appena compiuti, su una risposta data con leggerezza, con l’emozione di essere lì, su quel palco, in quel momento.
Non conta che non sappia cosa rispondere, non conta che possa essere tesa, no. Alice Sabatini non può permetterselo perché per essere considerata un essere pensante (in quanto bella) non può limitarsi a essere come un suo coetaneo, no. Deve essere meglio, perché se sei bella non basta essere come gli altri, no, devi essere meglio, altrimenti sei meno.
E’ il destino di Alice, bella, giovane e miss. Deve essere perfetta, non può emozionarsi, non può tentennare davanti alla domanda di Claudio Amendola, non può pensare alla sua bisnonna e alle foto in bianco e nero affisse alle pareti di casa. Deve essere pronta a pensare a cosa c’era dietro quella foto con la quale è cresciuta perché altrimenti diventa il bersaglio perfetto.
Il bersaglio perfetto di chi sbrana un suo simile con la ferocia di un leone e bela davanti al capoufficio di turno.
Il bersaglio perfetto degli ignavi da bar come da tastiera.