Quanti sono i profughi ucraini arrivati in Italia e dove stanno andando
I profughi ucraini in Italia continuano ad aumentare, ma siamo solo all'inizio. L'esodo della popolazione civile – come dimostra la difficoltà nell'aprire dei corridoi umanitari utilizzabili – deve ancora cominciare veramente. Certo, in questo caso il nostro Paese non è esposto in prima linea come – ad esempio – per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo. La condizione più difficile in queste ore la stanno affrontando i Paesi confinanti con l'Ucraina, come la Polonia, ma l'accoglienza sarà estesa a tutta l'Unione europea. A tenere il conto di quanti cittadini ucraini arrivano in Italia è il ministero dell'Interno, che ogni sera aggiorna il dato: "Sono 21.095 i cittadini ucraini entrati al momento in Italia – si legge nel comunicato di ieri sera – 10.553 donne, 1.989 uomini e 8.553 minori. Le principali città di destinazione continuano ad essere Roma, Milano, Napoli e Bologna". Rispetto al giorno precedente sono aumentati di circa quattromila unità.
C'è poi un altro conteggio, quello fatto dall'Unhcr, che però riguarda i profughi totali senza dividerli per Paese di destinazione. Secondo l'Agenzia Onu per i rifugiati, il numero delle persone che sono fuggite dall'Ucraina dall'inizio della guerra con la Russia ha superato la soglia dei due milioni: più precisamente si tratta di 2,1 o 2,2 milioni di profughi, secondo il Guardian che cita l'Unhcr. Intanto l'Alto commissario Onu Filippo Grandi ha detto che anziché discutere dei Paesi dove andranno collocati i profughi ucraini bisognerebbe "cercare di aiutare alla frontiera". Con particolare attenzione alla Moldavia, che non è nell'Unione europea.
L'Italia, intanto, si sta preparando per accogliere tutti i profughi che arriveranno dall'Ucraina. Al momento, come prevedibile, nel nostro Paese viene chi ha dei parenti o degli amici. I flussi, però, potrebbero aumentare molto presto e così il bisogno di posti dove stare e di strutture di accoglienza diffusa. In questo senso ieri il Viminale ha diramato una circolare ai prefetti, in cui vengono invitati a predisporre "il reperimento sul territorio, con la necessaria tempestività, degli ulteriori posti in accoglienza" qualora si verifichi "l’ipotesi di massicci afflussi o di particolari criticità". In questo processo – continua la circolare dell'Interno – i prefetti "dovranno favorire il massimo coinvolgimento degli enti locali acquisendo dai sindaci la disponibilità di strutture e soluzioni alloggiative idonee".