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Quanti sono i casi di epatiti acute nei bambini segnalati in Europa e in Italia

Casi sono stati segnalati in Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca, oltre che nel Regno Unito. Alcuni sono anche esitati in forme così rilevanti da richiedere trapianto di fegato. Ad oggi le cause sono sconosciute.
A cura di Biagio Chiariello
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Immagine di repertorio
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Cresce la preoccupazione per i casi di epatite virale acuta e grave di origine sconosciuta che stanno colpendo i bambini sotto i 10 anni, in alcuni casi con forme talmente gravi da provocare un'insufficienza d'organo, in vari Paesi europei: prima è toccato a Scozia, Inghilterra e Spagna, poi altre segnalazioni sono arrivate da Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi e negli Usa. L'aggiornamento è del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), che ribadisce l'appello a "segnalare e condividere informazioni".

Epatiti acute nei bambini, le cause

"La causa scatenante degli attuali casi di epatite è ancora considerata sconosciuta e rimane oggetto di indagine attiva– ha fatto sapere nei giorni scorsi l'Oms – Sono in corso test di laboratorio per i casi identificati per capire il ruolo di ulteriori infezioni, di sostanze chimiche o tossine". Un'origine infettiva sarebbe ritenuta come la causa più probabile ma i casi non sono legati a epatiti virali note, come A,B,C,E. Tra le ipotesi, vi è quella di un legame con il Covid-19 o con altre forme di infezioni virali, come quella da adenovirus, visto che entrambi i virus sono stati riscontrati in alcuni dei piccoli pazienti. Mentre non è stato identificato alcun collegamento al vaccino contro il Covid-19.

Nessun caso segnalato in Italia

Mentre dunque proseguono le indagini per far luce sulle cause, nessun caso risulta per ora segnalato in Italia, come confermato anche da Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e docente di pediatria all'Università di Pavia. “Alcuni casi purtroppo sono anche esitati in forme così rilevanti da necessitare un trapianto di fegato”, ha ricordato, precisando che “a oggi non abbiamo nessuna evidenza vi sia una correlazione con il nuovo coronavirus”, quindi con Covid.

“Però questi casi – ha evidenziato l’esperto – testimoniano una volta di più la necessità di avere dei sistemi di monitoraggio epidemiologico straordinariamente efficienti, per intercettare tutta quella che è l’emergenza di malattie trasmissibili. E’ un investimento che nel Paese va largamente incentivato e implementato”.

Ad ogni modo anche nel nostro Paese si alza il livello di attenzione nei confronti. Il Servizio Regionale di Sorveglianza delle Malattie Infettive (Seresmi) dell'Istituto Spallanzani ha inviato a tutte le strutture del Servizio sanitario regionale un aggiornamento delle comunicazioni inoltrate dal Ministero della Salute sulle segnalazioni dell'Ecdc. "Nella nostra regione – fa sapere l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato – finora non è stato segnalato nessun caso, ma comunque da giovedì della scorsa settimana, con una circolare della Direzione Salute, è stato elevato il livello di attenzione, fornendo a tutte le strutture della rete l'algoritmo diagnostico raccomandato nel Regno Unito e richiedendo di segnalare i casi di bambini che presentano epatite acuta, con esclusione di diagnosi di epatite da A a E". Fra i sintomi più comuni, l'ingiallimento della pelle e della sclera degli occhi, dolore nella parte alta destra dell'addome, nausea e vomito.

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