Quando verrà abolito il cambio dell’ora legale e solare in Europa?
Il Parlamento europeo aveva approvato la risoluzione legislativa sull'abolizione dell'ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensione. A promuovere la norma i Paesi del Nord Europa (Finlandia, Lituania, Svezia ed Estonia) che a causa della maggiore vicinanza al Polo Nord non hanno mai beneficiato della luce naturale grazie al cambio dell'ora. Non si è raggiunta però una soluzione univoca che accontenti tutti i Paesi. Tra il 4 e il 16 agosto 2018 la Commissione Europea ha svolto sul sito una consultazione pubblica aperta sulle disposizioni relative all'ora legale. Agli utenti si chiedeva se, nel caso di abolizione del cambio orario, mantenere o meno sempre l'ora solare o quella legale. Le risposte sono state 4,6 milioni, il numero più alto mai ricevuto da una consultazione pubblica. L'Italia tornerà a spostare le lancette nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo 2022 al contrario di tanti Stati europei che hanno abbandonato l'ora estiva lo scorso anno. L'ora legale è stata introdotta per la prima volta nel 1916 in Gran Bretagna ed è stata poi adottata anche da altri Paesi. Si rivelò utile in tempi di guerra e Benjamin Franklin, nel 1784, coltivò l'idea del cambiamento d'orario per risparmiare energia elettrica.
Ora legale e ora solare, la proposta europea di abolizione del cambio
La proposta europea prevedeva la piena libertà di opzione tra ora legale e ora solare. Non è infatti stato trovato un punto comune tra i diversi Stati dell'Unione e la prospettiva di orari diversi ha aperto le porte a un'Europa disomogenea per quanto riguarda il fuso orario, e quindi i costi. Queste differenze rappresentano un problema anche per gli scambi commerciali: a risentirne, infatti, sarebbe il settore produttivo e della logistica. Durante lo scorso anno, molti Stati hanno abbandonato il cambio dell'ora per scegliere una sola fascia oraria da adottare. Il cambio, già teorizzato nel 2018 e sulla strada per diventare effettivo nel 2019, è tornato al centro del dibattito solo nel 2021 a causa della pandemia di Covid-19 che ha fatto slittare le altre trattative aperte.
Perché l'Italia dice no all'abolizione del cambio dell'ora
Il nostro Paese ha scelto di continuare con il cambio dell'ora per una questione di consumi. C'é infatti di mezzo l'energia elettrica, che con il caro bollette alle stelle impone ai cittadini di approfittare quanto più possibile delle ore di luce naturale. L'Italia ha scelto di spostare ancora una volta le lancette, presentando in Europa i dati sui minori consumi di energia nel periodo. Tra il 2004 e il 2020, il nostro Paese ha risparmiato 1,7 miliardi di euro con l'ora legale. Un valore pari al consumo di 150mila famiglie.