“Quando penso di farla finita trovo sollievo”, lo strazio del padre di Chiara Gualzetti
Massacrati, devastati. Si sentono così Vincenzo e Giusi, i genitori di Chiara Gualzetti, dopo tre mesi dal brutale omicidio della figlia. “Vedersi ammazzare una figlia, è una cosa che non si riesce ad accettare”.
Sono trascorsi ormai tre mesi dalla scomparsa e dal ritrovamento del corpo senza vita di Chiara Gualzetti, la 15enne uccisa da un coetaneo, nel territorio di Valsamoggia, il 27 giugno scorso. I genitori, dal giorno della tragica scoperta non hanno mai smesso di chiedere giustizia. Oggi, però, Vincenzo nella dea bendata non ci crede più: “La legge in Italia fa schifo. Quando dico che il killer di mia figlia deve avere l’ergastolo, non lo dico perché sono il padre. Lo dico perché il soggetto non è assolutamente recuperabile”. Il dolore diventa sempre più grande, raccontano i genitori di Chiara, tanto da trovare un po’ di sollievo solo nel pensiero della loro morte: “Quando penso di farla finita, solo allora trovo pace”.
Nessuno darà indietro la piccola Chiara ai suoi genitori. Per questo Vincenzo e Giusi, come riportato dal Corriere di Bologna, chiedono che in Italia qualcosa cambi. È impensabile, secondo la coppia, che un ragazzino di appena 14 anni possa essere considerato responsabile di un incidente stradale, per fare un esempio, e invece ritenuto “un caso recuperabile” se a 15 premedita per dieci giorni e compie un omicidio efferato come quello di Chiara Gualzetti. Giusi, non riesce più a trovare conforto nella fede e al cimitero, a trovare la figlia, non ci va. Non ha ancora la forza. Vincenzo sì, perché crede. Crede che succeda tutto per una ragione, certo quella della morte di sua figlia, non l’ha ancora scoperta. A chi gli chiede cosa manchi di più di Chiara a tre mesi dalla sua scomparsa, risponde: “Tutto, tutto, tutto. Era speciale”.
Chiara Gualzetti aveva solo 15 anni e, dopo essere scomparsa in Valsamoggia il 27 giugno, è stata ritrovata il giorno dopo, in un bosco senza vita. Ferite inferte con arma da taglio alla gola e al torace. Un omicidio brutale e, come ha detto il padre, “per futili motivi”. Il responsabile, infatti, un ragazzo di 15 anni, ha raccontato di averlo fatto per dover mettere a tacere la voce di un demone: “È stato Samuel a dirmi di uccidere Chiara, l’ho fatto per calmarlo”. Chiara probabilmente si era invaghita del suo assassino e fidandosi per questa ragione, lo aveva seguito, trovando la morte. Il ragazzo lucido, freddo e assolutamente capace di intendere, ha dichiarato di averla uccisa perchè: “Con qualcuno dovevo farlo. Ho scelto lei perché mi stava sempre addosso. Mi aveva scocciato. Non la sopportavo più. Mi stancava”.