Quando Matteo Messina Denaro disse a Brusca: “Uccidete Giuseppe Di Matteo”. L’audio del processo
"Finito tutto l'abbiamo messo dentro al bidone, abbiamo versato l'acido e la mattina dopo l'abbiamo svuotato". Questa dichiarazione è stata fatta anni fa da Enzo Brusca: è lui a raccontare come, insieme a Vincenzo Chiodo e Giuseppe Monticciolo, ha ucciso per ordine di Matteo Messina Denaro Giuseppe Di Matteo.
L'audio contenente le sue dichiarazioni è stato riproposto nell'ultima puntata andata in onda ieri sera di Chi l'ha visto? su Rai 3 per raccontare uno tra i tanti crimini commessi da Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso lunedì 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza. È stato proprio del boss di Cosa Nostra, insieme a Graviano e Bagarella, l'ordine di uccidere Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino, un collaboratore di giustizia.
Il bambino venne ammazzato a 15 anni l’11 gennaio 1996, dopo 25 mesi di prigionia in un casolare bunker nelle campagne di San Giuseppe Jato. Prima fu rapito e poi strangolato e sciolto nell’acido. Nel corso del processo, Enzo Brusca ha così raccontato quanto successo quel giorno di gennaio.
"Dopo che gli abbiamo tolto la lettera siamo saliti di nuovo. Ci prepara un bidone e va a prendere l'acido. Monticciolo ritorna e noi abbiamo quasi ultimato togliendo il tappo e ci avvicendiamo per fare quello che dobbiamo fare. Mettiamo sull'ascensore il fusto senza far rumore per non far allarmare il bambino, il bidone con l'acido. Scendiamo tutto al piano terra e posiamo tutto. Prima gli ha detto: perché non guardi in alto, forse perché siccome lì c'era una finestra ogni tanto entravamo e lui sapeva che si metteva in un angolo girato e noi controllavamo se lui cercava di rompere queste finestre…perché erano fatte deboli", ha detto .
E poi ancora: "Così si mette all'angolo del muro, apriamo questa porta di ferro. Entriamo tutti e tre, primo Chiodo, poi io e Monticciolo insieme. Chiodo si appresta a mettere il cappio, io lo prendo per una spalla e Monticciolo per l'altra. Chiodo tira, viene messo a terra. Si aspettava l'ultimo…e alla fine ho visto due lacrime che scendevano, sembrava un'eternità. Finito tutto l'abbiamo messo dentro al bidone, abbiamo versato l'acido e la mattina dopo l'abbiamo svuotato".
A 27 anni dalla morte di Giuseppe, il papà Santino ha commentato così a Fanpage.it l'arresto di Messina Denaro: "Ci siamo liberati di un cancro dello Stato. Si può dire? Sono molto contento". Mentre per il fratello Nicola "è impensabile il perdono. Adesso deve soffrire come mio fratello. Ora si faccia luce sulle coperture".