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Covid 19

Quando finirà la pandemia? Ecco tutti gli scenari (con la variabile Omicron)

Abbiamo provato ad analizzare attraverso modelli matematici quando si azzereranno i contagi grazie ai vaccini. E abbiamo aggiunto il rischio che Omicron resista loro.
A cura di Giorgio Sestili
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Analisi ed elaborazioni grafiche a cura di Fabrizio Nicastro

Quando potremo porre finalmente la parola “fine” su questa pandemia? È la domanda che ci facciamo tutti da tempo e che adesso, grazie ad alcuni modelli matematici, potrebbe avere una risposta. Le variabili da tenere in considerazione sono molte, prima fra tutte Omicron, la nuova variante del Sars-CoV-2 che sta velocemente soppiantando Delta. Ma, nonostante un inevitabile margine di incertezza, i modelli parlano chiaro: se andiamo avanti con l’attuale tasso di vaccinazioni, prima dell’estate prossima potremmo essere fuori dalla pandemia.

L’analisi è opera di Fabrizio Nicastro, fisico e ricercatore dell’Inaf Osservatorio Astronomico di Roma, che ha formulato tre differenti scenari ipotizzando diversi tassi di vaccinazione per i prossimi mesi. Prima di descriverli nel dettaglio però, chiariamo un punto molto importante.

La differenza tra previsioni e scenari

In questa analisi non si fanno previsioni. Non stiamo dicendo “domani piove” o “a Natale nevica”. Stiamo parlando di scenari realizzati attraverso modelli matematici sofisticati che tengono in considerazione una molteplicità di variabili. Come ha scritto Paola Mercogliano, senior researcher della Fondazione Centro euro-mediterraneo, parlando di cambiamenti climatici su Le Scienze di novembre, "non stiamo dicendo che cosa accadrà in futuro, qui stiamo proponendo ipotesi realistiche e attendibili per il futuro che dipendono dalle scelte che si compiono. Gli scenari descrivono il futuro che ci aspetta a partire da condizioni date o ipotizzate”. Questa definizione del concetto di scenario può essere applicata a molteplici ambiti di studio: cambiamenti climatici, andamenti epidemiologici, scenari economico-finanziari e molti altri.

Anche il modello costruito da Nicastro ha quindi delle condizioni iniziali e delle variabili che cambiano nel tempo in funzione delle mosse del virus. L’analisi considera il 4 gennaio 2021 il momento in cui i vaccini hanno cominciato a manifestare la loro efficacia su contagi e ospedalizzazioni, e il 15 luglio 2021 il momento in cui si è passati da un R0 relativo alla variante Alpha a uno maggiore relativo alla Delta.

Gli ingredienti che completano il modello e che gli permettono di riprodurre fedelmente l’andamento dei decessi Covid-19 in Italia dal 21 febbraio 2020 (punti marroni nei grafici che seguono), sono:

uno smorzamento esponenziale dei contagi nel periodo del primo lockdown dell'inverno-primavera 2020, seguito da una lenta amplificazione esponenziale nel periodo della riapertura controllata (fase-2) dell'estate 2020;

un secondo breve smorzamento in corrispondenza del lockdown del periodo prenatalizio 2020, e una successiva lenta amplificazione in corrispondenza della riapertura controllata di inizio 2021;

una diminuzione (con efficienza quasi unitaria) del numero di persone contagiabili a partire da 15 giorni dopo l'inizio della campagna vaccinale (utilizzando i dati di vaccinazione reali), con l'aggiunta di un tasso giornaliero di perdita di immunità pari allo 0,25% (dovuto alla progressiva perdita di efficacia dei vaccini);

uno smorzamento stagionale dovuto al modello di pompa-solare elaborato dallo stesso Nicastro e pubblicato a luglio su Scientific Reports, che combina i dati di laboratorio della risposta del Sars-Cov-2 alla luce ultravioletta del Sole con l’irradiazione solare sulla Terra;

il raddoppio della contagiosità intrinseca della variante Delta rispetto alla Alfa, aumentata ulteriormente con l’arrivo della Omicron (per la quale ancora non è stato stimato un R0 che al momento ha una forbice molto ampia compresa tra 10 e 18);

Questi fin qui esposti sono i fattori presenti in tutti gli scenari ipotizzati da Nicastro. L’ulteriore fattore variabile che determina i differenti scenari futuri dipende invece da quanto e come vaccineremo nei prossimi mesi.

Scenario 1 (probabile): vaccinazione al tasso attuale

Il primo scenario ipotizzato (Grafico 1) prevede che le vaccinazioni proseguano con il tasso attuale e che i suscettibili (somma tra non vaccinati, guariti senza più anticorpi e vaccinati senza dose booster dopo i sei mesi) si attestino tra i 6 e i 7 milioni di persone. Questo scenario, che dovrebbe essere il più probabile, prevede il raggiungimento del picco dei decessi intorno al 1 gennaio 2022 a quota inferiore ai 200 decessi quotidiani, ben al di sotto dei quasi 1000 raggiunti nelle precedenti ondate (attenzione: i grafici sono in scala logaritmica, il che significa che a distanze uguali non corrispondono intervalli uguali). Nelle settimane successive a Capodanno i decessi inizieranno a scendere, fino ad azzerarsi tra maggio e giugno 2022. Potrebbe essere la fine della pandemia.

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Scenario 2: vaccinazione di tutti i no vax

Il secondo scenario è forse quello meno probabile, ma che ci da l’idea di quanto presto potrebbe finire questa emergenza se solo ci vaccinassimo tutti. Esso prevede infatti che dal 15 dicembre si comincino a vaccinare con un tasso di 500 mila dosi al giorno tutti coloro che ancora non lo sono, e in aggiunta che venisse somministrata la dose booster a tutti gli altri. Il Grafico 2 mostra chiaramente quello che accadrebbe: stesso picco di decessi dello Scenario 1, ma discesa molto più veloce e fine dei giochi già da febbraio 2022.

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Scenario 3: stop alle vaccinazioni

Il terzo scenario è una provocazione che nessuno si augura, una specie di “dimostrazione per assurdo” dell’efficacia e dell’importanza dei vaccini. Supponiamo che dal 15 dicembre si interrompa la campagna vaccinale, che cosa accadrebbe? Lo vediamo dal Grafico 3 che mostra come raggiungeremmo un primo picco dei decessi alla fine dell’inverno superiore alle 200 unità giornaliere, per poi vedere la curva scendere. Il problema però sarebbe il successivo aumento dei suscettibili, a causa della perdita di efficacia dei vaccini in chi si è vaccinato e della diminuzione degli anticorpi nei guariti. L’effetto sarebbe disastroso: nuova ondata di contagi e di morti, che potrebbero raggiungere i livelli della prima e della seconda ondata, avvicinandosi ai 1000 morti giornalieri.

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La variabile Omicron

Dobbiamo ammetterlo, la Omicron sta cambiando le regole del gioco e quindi anche i modelli andranno adattati alle caratteristiche della nuova variante, che ancora non conosciamo del tutto. Sappiamo che è molto più contagiosa della Delta, ma non sappiamo ancora di quanto. Indizi farebbero pensare che sia meno letale, ma non abbiamo ancora conferme in tal senso. Infine, l’efficacia dei vaccini, certamente più bassa nel caso di due dosi somministrate ma che sembra risalire a un buon livello con la terza. Ma anche in questo caso siamo in attesa di dati certi.

Intanto le case farmaceutiche stanno correndo per aggiornare i vaccini contro questa nuova variante e annunciano per primavera la loro distribuzione. Insomma, i modelli andranno aggiornati e con essi anche gli scenari per il prossimo futuro. Basterà attendere dati certi sulle caratteristiche di Omicron e non sarà difficile farlo, e promettiamo di tornare sull’argomento non appena sarà possibile farlo. Ma siamo convinti che la sostanza di questa analisi è valida e rimarrà invariata: grazie ai vaccini possiamo porre fine a questa pandemia, è questione di mesi.

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Fisico di formazione, comunicatore scientifico di professione. Mi occupo di scienza, tecnologia, innovazione, e aiuto a comunicarle bene. Fondatore del progetto "Coronavirus - Dati e Analisi Scientifiche". Tutto su di me su giorgiosestili.it
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