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Quando Deborah Ballesio scriveva nelle sue memorie: “Sono già morta”

Tre anni fa Deborah Ballesio aveva consegnato a un amico giornalista 150 pagine di memorie, dove aveva raccontato le minacce e violenze di Domenico Massari: “Chissà se ogni tanto pensa che sta vivendo la sua vita. Quella vita che io ora non ho più. Tanto l’avrete già capito: io oggi forse… sono morta”.
A cura di Davide Falcioni
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Domenico Massari era l'incubo di Deborah Ballesio da anni, da ben prima di sabato sera, quando l'uomo le ha sparato ai bagni Acquario di Savona. Già tre anni fa infatti la donna aveva scritto di essere terrorizzata da quell'uomo che non le dava pace e che aveva denunciato per stalking: "Mi ricordo ancora perfettamente il primo carabiniere che mi disse: ‘Tranquilla, lui è solo uno che parla… Non ti farà nulla… Esageri'. Ogni tanto lo guardo da quassù, mentre fa la spesa, mentre porta fuori il cane… Chissà se si ricorda di me, delle sue parole; chissà se ogni tanto pensa che sta vivendo la sua vita. Quella vita che io ora non ho più. Tanto l’avrete già capito: io oggi forse… sono morta".

Come spiega il Corriere Deborah aveva affidato le sue memorie a Edoardo Raspelli —  critico gastronomico settantenne con un passato di cronista di "nera" – che oggi, a rileggere quelle righe, non può che confermare i presagi della donna: "C’era già tutto della conclusione tragica della sua storia: lo sapeva lei come lo sapevo io". La donna aveva raccontato la sua vita in 150 pagine custodite a casa del critico gastronomico.

In quel racconto c'è il primo incontro con Massari, ma anche la prima lite furibonda, quando lei tornò a casa tardi e lui le rispose, duro: "Facciamo i conti appena arrivi". Da quel momento in poi è stata un'escalation, tra insulti alla famiglia della donna e un messaggio assurdo: "Mi dice che va via, che non vuole sapere più nulla di me, che sono solo una povera p…, che al mio arrivo non troverò più traccia di lui". Massari però torna dopo quattro giorni, ridendo: "Era una burla…". Poi vennero le botte, le minacce e persino un incendio al locale notturno gestito dalla donna e – poco dopo – alla casa in cui viveva con sua madre. Agli investigatori Domenico Massari confessò con spavalderia: "Sono stato io".

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