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Qualità della vita, Mantova è la città italiana in cui si vive meglio. Male Roma e Crotone

Il capoluogo lombardo spodesta Trento e sale al primo posto della classifica stilata dalla ricerca di ItaliaOggi-Università La Sapienza di Roma che ogni anno giudica il tenore di vita nelle province italiane. Tra i flop, i grandi centri e quelli del Sud.
A cura di Ida Artiaco
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Palazzo Bonacolsi, Mantova (Wikipedia).
Palazzo Bonacolsi, Mantova (Wikipedia).

Mantova è la città italiana in cui si vive meglio. La ricerca di ItaliaOggi-Università La Sapienza di Roma ha incoronato il comune lombardo, rubando lo scettro di regina della Penisola a Trento, che svettava in cima alla prestigiosa classifica ininterrottamente dal 2011. Tante le sorprese del dossier: dal successo di Belluno, che dall'ottava posizione dello scorso anno riesce a salire sul podio, al terzo posto, alla disfatta delle grandi città, Roma in testa, ma anche Milano e Napoli. Fanalino di coda, Crotone: il capoluogo calabrese è il luogo in cui c'è la peggiore qualità della vita a livello nazionale.

Lo studio ha analizzato ben 110 province italiane sulla base di 9 dimensioni, tra cui affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e sistema salute, 21 sottodimensioni e 84 indicatori di base, per ricavare un quadro generale del benessere (e della sua mancanza) in Italia. Una situazione di disagio che coinvolge circa la metà della popolazione, più precisamente il 53,9%, pari a 32 milioni di residenti. Ma a preoccupare maggiormente è la frattura sempre più profonda tra il Nord e il Sud del Paese e, soprattutto, il crollo del tenore di vita nei grandi centri urbani.

Da Mantova a Crotone: top e flop dei comuni italiani

Al primo posto della classifica delle città con la miglior qualità di vita c'è dunque Mantova, seguita da Trento e da Belluno, un podio tutto settentrionale, in particolare quelle dell'arco alpino-centrale. Al quarto posto scivola Pordenone, che lo scorso anno era riuscita ad ottenere la medaglia di bronzo. Tra le prime dieci, ci sono poi  Siena, Parma, Udine, Bolzano (ottava, in calo dalla seconda posizione dello scorso anno), Vicenza e Lecco. Agli ultimi posti, si segnalano, invece, Imperia, l'unica del Nord Italia a comparire nella parte bassa della graduatoria, Palermo, Caltanissetta, Trapani, Agrigento, Napoli, Siracusa e Crotone in ultima posizione. Si nota un peggioramento della situazione nelle città del Sud, che anzi non accenna e migliorare e anche le isolate zone di benessere che vi erano in questi territori fino allo scorso anno sembrano essersi dissolte. In totale, sono 56 su 110 le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile, contro le 53 della passata edizione. Un timido miglioramento su base complessiva, ma ancora insufficiente.

Roma perde 19 posizioni, in risalita Torino

Tra i grandi centri, a far preoccupare maggiormente è la situazione di Roma, dove per la prima volta la qualità della vita è stata giudicata insufficiente. La Capitale è finita infatti tra i fanalini di coda, perdendo ben 19 posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno, arrivando all'88esimo posto. A peggiorare sono stati soprattutto il lavoro, la criminalità e il disagio sociale. Non se la passano meglio altre città, come Milano, che conferma il trend negativo degli ultimi anni, e Napoli, che è stabile su posizioni di coda, cede 5 posizioni e passa dal 103simo al 108esimo posto. Buone notizie arrivano invece da Torino, che nella graduatoria generale scala ben 6 posizioni e si piazza al 70esimo posto.

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