Quali sono le ultime mini zone rosse rimaste in Italia
Secondo l'ultimo monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore della Sanità e del Ministero della Salute l'Italia sta sempre meglio: gli esperti hanno infatti confermato il trend di decrescita dei contagi già osservato nelle scorse settimane, con un indice Rt a 0,68 e un tasso di incidenza di 30 casi ogni 100 mila abitanti, abbondantemente sotto la soglia limite di 50, al di sopra della quale è impossibile effettuare un corretto tracciamento dei positivi. Tutte le regioni e le province autonome sono classificate a basso rischio ed entro la metà di giugno gran parte del paese sarà bianca, il resto gialla. Assenti regioni in fascia arancione o rossa, anche se non mancano zone in cui il virus sta ancora circolando e che per questa ragione sono ancora sottoposte alle massime restrizioni: in queste città non ci si può recare salvo giustificati motivi, le scuole sono ancora chiuse così come bar e ristoranti e resta in vigore il "vecchio" coprifuoco, dalle 22 alle 5 del mattino.
Sicilia, Basilicata e Campania: dove sono gli otto comuni in zona rossa
In zona rossa si trovano in particolare otto comuni in Sicilia, Basilicata e Campania, per un totale di circa 35mila cittadini in lockdown. Le città in zona rossa sono Santo Stefano di Quisquina (Agrigento), Geraci Siculo e Prizzi (Palermo) e Scordia (Catania), tutti e quattro "chiusi" fino al 10 giugno a causa della scoperta di alcuni focolai. In Basilicata i comuni in zona rossa sono due: Acerenza (2.400 abitanti) e Montemilone (1.500 abitanti), entrambi in provincia di Potenza. Salvo sorprese le restrizioni termineranno domenica 6 giugno. Per finire sono in lockdown gli abitanti di due paesi del salernitano: Laurino (fino all’11 giugno) e Piaggine (fino al 6 giugno), rispettivamente 1.500 e 1.200 abitanti. Anche in questi due casi nelle ultime settimane era stato registrato un pericoloso aumento dei contagi.