Quali sono le regioni italiane in cui sono aumentati di più i ricoveri Covid
"A livello nazionale gli indicatori che considero affidabili al momento, e cioè i ricoveri nei reparti ordinari, quelli in terapia intensiva e i decessi, mostrano che siamo in una fase di diminuzione della diffusione del virus".
Così Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo "M.Picone", del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), ha spiegato a Fanpage.it quale è, numeri alla mano, la situazione Covid-19 in Italia. Mentre è boom di casi di influenza, con oltre un milione di italiani costretti a letto, migliora dunque la curva epidemiologica del Coronavirus, come emerge dai dati dell'ultimo bollettino settimanale reso noto ieri dal Ministero della Salute relativo al periodo 28 dicembre 2023 – 3 gennaio 2024.
I numeri delle ospedalizzazioni Covid in Italia
"In questa fase – ha spiegato Sebastiani – non consideriamo i contagi perché tanti fanno il test a casa e il dato dunque non è attendibile. Per quanto riguarda l'occupazione dei letti nei reparti ordinari, osserviamo che sono circa 3 settimane che i numeri decrescono, siamo a livello medio di 6320 unità ad oggi, che diminuisce con tasso medio di 75 unità al giorno. Da circa 10 giorni decresce anche l'occupazione nei reparti di terapia intensiva. Secondo i dati negli ultimi 7 giorni fino al 3 gennaio, il livello medio è di 245 unità, con tasso medio di 3.4 unità al giorno. Infine, per quanto riguarda i decessi, nell'ultima settimana ne sono stati registrati 370, mentre due settimane prima erano 425″.
La situazione a livello regionale
A livello geografico, sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva di tutte le regioni la situazione è o in stasi o in diminuzione, a parte tre casi. "Prima di tutto c'è da considerare il Friuli per quanto riguarda le terapie intensive, che è attorno a 7 unità e mezzo per milione di abitanti e che cresce con un tasso di 0.3 unità per milione di abitante al giorno – ha precisato Sebastiani -. In Sicilia e in Umbria invece sono in crescita i ricoveri ordinari. La Sicilia sta attorno alle 60 unità, valore medio teorico attuale, per milione di abitanti e cresce a un tasso di 0.6 unità per milione di abitanti al giorno. L'Umbria, dopo una fase di discesa dei ricoveri ordinari, presenta un valore di 185 unità per milione di abitanti e cresce a un tasso di 2,1 unità per milione di abitanti al giorno, ma si tratta forse di ritardi, specialmente in Sicilia. Restano comunque dati da tenere sotto controllo, in particolare l'Umbria, dove più di una volta sono iniziate prima in Italia le ondate successive alla prima".
"Possibile nuova espansione dopo ritorno a scuola"
Tuttavia, la situazione è in continua evoluzione. Sebastiani ha concluso che "sia per l'influenza che per il covid dobbiamo vedere cosa succede con la ripresa delle scuole dopo l'Epifania, potrebbe esserci con ritardo una nuova espansione virale, che potrebbe essere agevolato anche dall'abbassamento delle temperature che sembra sia più deciso da questa settimana. Bisogna poi sempre trattare a parte i casi di fragili, anziani in primis, dove la percentuale di vaccinati contro il Covid è bassa, perché nei mesi scorsi non c'è stata una adeguata campagna vaccinale, con massiccia promozione tramite i media. Si tratta di soggetti a rischio, esposti a danni gravi, per i quali il Covid o l'influenza non sono un semplice raffreddore. I soggetti fragili vanno protetti con la vaccinazione, la mascherina indossata da chi si trova vicino a loro e l'utilizzo tempestivo di farmaci antivirali in caso vengano contagiati".