Quali sono le regioni in cui i contagi stanno crescendo più velocemente
Scendono leggermente i casi di coronavirus in Italia: se ieri i contagi erano stati 7.409 oggi infatti le infezioni rilevate sono state 7.188, mentre i decessi dell'ultima giornata sono stati 34 per un totale di 128.413 morti dall'inizio dell'emergenza sanitaria. È quanto emerge dal bollettino di oggi, sabato 14 agosto, pubblicato dal ministero della Salute. Sono stati eseguiti nelle ultime 24 ore 254.006 test, tra tamponi molecolari e antigenici. Gli attualmente positivi sono 126.466.
La regione con il maggior numero di contagi continua ad essere la Sicilia, confermando un trend in netto aumento iniziato da alcuni giorni e che interessa anche Lazio, Sardegna, Toscana, Puglia e le province autonome di Trento e Bolzano. Secondo il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani, intervistato da Open, negli ultimi 5 giorni per quanto riguarda la circolazione del virus, "tramite l’analisi delle differenze settimanali della curva dei positivi, si nota una ripresa a livello nazionale. Ci sono poi casi specifici, dove la curva dei positivi stessa è in crescita". Si tratta, per l'appunto, delle regioni e province sopra elencate, territori che più di altri rischiano nelle prossime settimane un inasprimento delle misure anti contagio.
Fortunatamente – sottolinea sempre Sebastiani – sebbene le dosi di vaccino somministrate stiano diminuendo in Italia la copertura vaccinale è abbastanza elevata e ad oggi riguarda il 65% della popolazione. "Ciò consente di avere un numero limitato di pazienti Covid ricoverati nei reparti di terapia ordinaria e in quella intensiva", spiega Sebastiani. Secondo le previsioni del matematico, tuttavia, ci sono due regioni che entro la fine di questo mese rischiano di entrare in zona gialla. In primis la Sicilia "che ha superato il 15% di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari ed è all’8.9% di quelli in terapia intensiva. Secondo i miei calcoli, tra domenica e mercoledì dovrebbe superare il 10% – la soglia limite – dei posti in intensiva e quindi venerdì potrebbe essere dichiarata zona gialla". Preoccupa però anche la Sardegna, che "ha superato il 10% di posti in terapia intensiva, ed è all’8% nei reparti ordinari. Dal 23 al 25 dovrebbe superare il 15%. Infine altre due regioni a rischio: Calabria e Lazio. Quest’ultima ha dalla sua il fatto che nei reparti ordinari la curva cresce in modo lineare, e la prima che le terapie intensive sono stabili da quattro settimane poco sotto il 3%".